Page 145 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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scala delle strutture, notando che «si può
geometricamente dimostrare, sempre le maggiori
essere a proporzione men resistenti che le minori»
(13): ad esempio, per sopportare il peso di un
gigante le sue ossa non potrebbero essere soltanto un
ingrandimento in scala di quelle di un uomo
normale, e richiederebbero invece di essere
completamente riprogettate.
Nonostante la profusione degli argomenti e la
profondità dei risultati, la rapsodicità delle prime
due giornate e il bilinguismo delle ultime due
confermano che i Discorsi sono più abbozzati che
compiuti, in parte anche perché nell’autunno del
1637 Galileo era ormai diventato completamente
cieco. Come narrò lui stesso in una lettera a Elia
Diodati del 2 gennaio 1638:
Ahimè, Signor mio, il Galileo, vostro caro amico e
servitore, è fatto irreparabilmente da un mese in qua del tutto
cieco. Or pensi Vosta Signoria in quale afflizione io mi
ritrovo, mentre che vo considerando che quel cielo, quel
mondo e quello universo che io con mie maravigliose
osservazioni e chiare dimostrazioni aveva ampliato per cento
e mille volte più del comunemente veduto da’ sapienti di tutti
i secoli passati, ora per me s’è diminuito e ristretto, ch’e’ non
è maggiore di quel che occupa la persona mia.
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