Page 150 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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ritardata. Non perciò l’acqua contenuta perderà, al pari della
barca, l’impeto già concepito, ma, conservandoselo, scorrerà
avanti verso la prua, dove notabilmente si alzerà,
abbassandosi dalla poppa. Ma se, per l’opposito, all’istessa
barca nel mezo del suo placido corso verrà con notabile
argumento aggiunta nuova velocità, l’acqua contenuta, prima
di abituarsene, restando nella sua lentezza, rimarrà indietro,
cioè verso la poppa, dove in conseguenza si solleverà,
abbassandosi dalla prua. [...]
Ora, signori miei, quello che fa la barca rispetto all’acqua
contenuta da essa, e quello che fa l’acqua contenuta rispetto
alla barca, sua contenente, è l’istesso a capello che quel che fa
il vaso del Mediterraneo rispetto l’acque da esso contenute, e
che fanno l’acque contenute rispetto al vaso Mediterraneo,
lor contenente.
È anche possibile che Galileo abbia mutuato l’idea
dall’amico veneziano Paolo Sarpi, lo stesso che gli
diede la notizia dell’invenzione fiamminga del
cannocchiale. Già nel 1595 il frate scriveva infatti, in
uno dei Pensieri naturali, metafisici e matematici
(569) pubblicati postumi:
Ogni acqua in un catino portata, nel principio del portarla
resta in dietro, e si alza dall’ultimo, perché ricevuto non ha
ancor bene il moto. E quando si ferma segue a muoversi per
il moto ricevuto, e dalla parte avanti si alza.
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