Page 146 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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Ma quando nella primavera del 1641 padre
Castelli gli portò un dettagliato commento al libro
effettuato dal tanto più giovane Evangelista
Torricelli, il vecchio scienziato capì di aver trovato
un possibile continuatore della sua opera. Lo invitò
ad Arcetri e appena Torricelli arrivò, il 10 ottobre
1641, i due si misero subito al lavoro per stendere
una quinta giornata, dedicata alle proporzioni
geometriche trattate da Euclide nel quinto libro degli
Elementi.
Purtroppo, ormai era troppo tardi: nel giro di
poche settimane Galileo si aggravò e morì nella notte
fra l’8 e il 9 gennaio 1642, a settantotto anni. Il
giorno seguente la sua salma fu accompagnata in
Santa Croce a Firenze da un piccolo gruppo di
persone, fra cui suo figlio Vincenzo, il suo primo
biografo Vincenzo Viviani e il suo erede Evangelista
Torricelli.
Quest’ultimo, durante la sua breve permanenza
ad Arcetri, aveva trovato un risultato che gli diede la
fama: il fatto che il solido acuto di rotazione, ottenuto
ruotando un arco di iperbole attorno al suo asse, ha
una superficie infinita ma un volume finito. Pochi
giorni dopo la scomparsa del maestro, il granduca
Ferdinando II de’ Medici nominò l’allievo
matematico di corte, in un simbolico passaggio di
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