Page 137 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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di caduta si ricava lo spazio percorso, che dipende
invece in maniera proporzionale dalla velocità
(perché essa compare al primo grado nella prima
equazione). Eliminando infine il tempo dalle due
equazioni si ricava la traiettoria, che è una parabola
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(perché nell’equazione ottenuta la y dipende da x ).
Se invece il proiettile viene sparato non in
orizzontale, ma a un angolo α dal suolo, allora le due
equazioni vanno modificate tenendo conto delle
componenti orizzontale e verticale della velocità, ma
la traiettoria rimane comunque una parabola. Nel
caso particolare di un lancio da terra (cioè, quando h
è uguale a zero), lo spazio percorso risulta dipendere
dal seno di 2α: la gittata massima si ha dunque
quando l’angolo di tiro è di 45°, qualunque sia la
velocità, com’era già stato anticipato nel 1537 da
Niccolò Tartaglia nella Nova scientia.
Naturalmente, nell’intero discorso di Galileo ci
sono due ipotesi nascoste: che la Terra sia piatta e la
gravità uniforme. Questo basta per i tiri di schioppo,
ma se si vogliono invece lanciare razzi bisogna
considerare il fatto che la Terra è rotonda e la gravità
non uniforme, nel modo descritto dalla legge di
gravitazione universale. In tal caso le cose si
complicano, e Newton dimostrerà nel 1684 che le
leggi del moto dei proiettili sulla Terra sono le stesse
del moto dei pianeti attorno al Sole: in particolare, la
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