Page 135 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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come derivata della velocità, a un’accelerazione nulla

                corrispondono una velocità costante c e uno spazio

                proporzionale al tempo.


                     E  le  leggi  del  moto  uniformemente  accelerato,

                anticipate da Galileo nel Dialogo (248), ma in realtà

                già scoperte da Nicola Oresme nel suo Trattato del

                cielo  e  del  mondo  del  1377,  sono  riassunte  nella

                sequenza di formule:










                di  nuovo  ottenute  per  successive  integrazioni.  Più


                estesamente,                 a         un’accelerazione                    costante

                corrispondono una velocità proporzionale al tempo

                e uno spazio proporzionale al tempo al quadrato.

                     Come  dimostra  una  sua  lettera  del  16  ottobre

                1604  a  Paolo  Sarpi,  e  come  ricordano  gli  stessi

                Discorsi (177-78), in questo caso Galileo non arrivò

                subito alle espressioni corrette. Agli inizi, come già

                Alberto di Sassonia nelle Questioni sottilissime, egli

                ipotizzò  infatti  la  relazione  v  =  cs,  che  porta  alla


                                          ct
                soluzione s = e : ma questa, non essendo mai nulla,
                non può descrivere il moto di un corpo che parta da

                uno stato di quiete.

                     Quanto  alle  dimostrazioni  «di  matematica

                purissima»,  ovviamente  Galileo  non  aveva  a

                disposizione  il  calcolo  infinitesimale.  Ma  ne






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