Page 133 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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sovviene circa qualche novità mi fa buttare a monte
tutti i trovati precedenti».
La nuova opera era in realtà una sistemazione
degli studi che Galileo aveva iniziati a Pisa,
continuati a Padova e sospesi dopo le scoperte
astronomiche del 1609. Si trattava dunque di un
ritorno alle origini, evidenziato dall’inserimento nel
libro di due trattatelli giovanili in latino: il De motu
locali sulla dinamica, che viene commentato nel
testo, e il De centro gravitatis solidorum sui
baricentri, che costituisce un’appendice.
Nel settembre 1636 l’opera era praticamente
conclusa, e per aggirare la sentenza del Sant’Uffizio il
manoscritto fu clandestinamente affidato a Venezia
a uno degli stampatori olandesi degli Elzeviri. Essi lo
pubblicarono a Leida nel luglio 1638, con un titolo
editoriale che a Galileo non piacque, perché lo
giudicava «plebeo»: Discorsi e dimostrazioni
matematiche intorno a due nuove scienze attinenti
alla mecanica e i movimenti locali.
Qualche copia fu riportata altrettanto
clandestinamente in Italia, e una arrivò a Galileo nel
giugno 1639. Un’altra, oggi nella Collezione
Galileiana, finì sorprendentemente nella biblioteca
privata del papa: a dimostrazione del fatto che, forse,
la decisione politica del pontefice Urbano VIII, di
abbandonare il vecchio amico al suo destino, non
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