Page 50 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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dal quale emana e si diffonde per l’universo un’immensa luce,
accompagnata dalla forza del suo calore, che penetra in tutti gli
esseri vegetali rendendoli in grado di vivere e riprodursi. Si può
ragionevolmente ritenere che si tratti di qualcosa di più che di
luce, perché penetra e si diffonde in tutti i corpi, anche i più
densi, rispetto a molti dei quali la luce non è in grado di fare
altrettanto: per cui, così come vediamo e sentiamo che dal fuoco
emanano luce e calore, e che questo passa attraverso tutti i
corpi, per opachi e solidissimi che siano, mentre quella trova un
ostacolo nella solidità e nell’opacità, così l’emanazione del Sole
è luminosa e calda, e la componente del calore è quella più
penetrante. Che poi di questa sostanza spirituale e di questa luce
il corpo solare sia, come ho detto, un ricettacolo e, per così dire,
una sorta di riserva che riceve dal di fuori, piuttosto che
principio e fonte primaria dalla quale esse traggano origine, mi
pare sia evidente nelle Sacre Scritture, in cui leggiamo di uno
spirito con la sua virtù calorifica e feconda, prima della
creazione del Sole, «che riscaldava le acque o si stendeva sopra
le acque», per le future generazioni. Parimenti leggiamo della
creazione della luce il primo giorno, mentre il corpo solare
viene creato nel quarto. Da ciò possiamo verosimilmente
affermare che questo spirito fecondante e questa luce diffusa per
tutto il mondo sarebbero concorsi a unirsi e fortificarsi nel corpo
solare, a questo scopo collocato nel centro dell’universo, e da lì,
con maggior splendore e vigore, si sarebbero nuovamente
diffusi.
Di questa luce primigenia e non splendente al massimo
prima di convergere e raccogliersi nel corpo solare abbiamo
un’attestazione dal Profeta nel Salmo 73, al verso 16: «Tuo è il
giorno e tua la notte: Tu hai creato l’aurora e il Sole».
L’interpretazione di questo passo afferma la creazione da parte
di Dio di una luce simile a quella dell’aurora prima della
creazione del Sole, anzi, nel testo ebraico invece di «aurora» si
legge «lume» perché si intenda quella luce che fu creata molto
prima del Sole, molto più debole di questa stessa ricevuta,
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