Page 18 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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                                               IGNORANZA




                     Il  fatto  è  che  i  principali  detrattori  di  Galileo  mostravano

                una  grande  ignoranza  nei  confronti  delle  conoscenze
                scientifiche. Si tratta di coloro che «negano senza fondamento

                nessuno tutto quello che e’ non intendono» (A monsignor Piero
                Dini in Roma, 23 marzo 1615).

                     Per  questo  lo  studioso  pisano  fa  appello  a  chi,  all’interno
                dell’istituzione  ecclesiastica,  potesse  valutare,  in  scienza  oltre
                che in coscienza,  i risultati  delle sue  ricerche: «Non  mancano

                nella  cristianità  uomini  intendentissimi  della  professione,  il
                parer de’ quali circa la verità o falsità della dottrina non doverà

                esser posposto all’arbitrio di chi non è punto informato e che
                pur troppo chiaro si conosce essere da qualche parziale affetto
                alterato» (A monsignor Piero Dini in Roma, 16 febbraio 1615).

                     Gli  uomini  maggiormente  pericolosi  –  allora  come  oggi  –
                sono gli ignoranti, ancor più quando si aggiungano il fanatismo,

                la  partigianeria  e  l’ipocrisia:  quando,  cioè,  alla  «malignità  ed
                ignoranza» si somma una «fraude che va in volta sotto il manto

                di zelo e di carità». La battaglia di Galileo per la verità coincide
                con una lotta senza quartiere all’ignoranza e alla malafede.






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                                                 PRUDENZA




                     Abbiamo  accennato  prima  all’orrenda  fine  di  Giordano
                Bruno, il cui monumento di bronzo a Campo de’ Fiori (la piazza

                romana dove fu arso vivo) ricorda i tempi bui in cui il fanatismo
                religioso condusse, nell’Europa cristiana, ad azioni terribili ed
                efferate. Galileo dovette avere spesso davanti a sé il monito di

                quelle  fiamme,  un’immagine  mentale  che  probabilmente



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