Page 13 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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ma  possono  avere  un  significato  simbolico,  dovendo  essere
                semplici e alla portata di tutti. Quando essa parla del movimento

                del Sole, ciò non significa necessariamente che il Sole si muova,
                ma  tale  espressione  deriva  dalla  volontà,  da  parte  di  chi  l’ha

                utilizzata,  di  accordarsi  alla  visione  della  realtà  propria
                dell’uomo  comune,  che  in  tal  modo  vi  avrebbe  trovato  una
                descrizione del reale confacente al suo punto di vista.

                     È  interessante  notare  che  lo  stesso  argomento  era  stato
                utilizzato  già  una  ventina  d’anni  prima  dal  filosofo  Giordano

                Bruno (1548-1600) nel dialogo La cena de le ceneri (1584), che
                però Galileo non cita mai: Bruno era stato infatti condannato per
                eresia e bruciato sul rogo dall’Inquisizione romana.







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                     Galileo è un uomo di fede, è un cristiano, un cattolico, un
                credente. Per questo l’ostilità manifestata nei confronti dei suoi

                studi  e  della  sua  stessa  persona  da  parte  di  alcuni  autorevoli
                settori  della  Chiesa  del  tempo  lo  amareggia  profondamente,

                ponendolo in uno stato di frustrazione psicologica molto duro
                da sopportare. Se per il fedele la Chiesa è madre, come può un

                figlio accettare l’ingiusta durezza di chi invece dovrebbe amarlo
                e sostenerlo?

                     Per  questo  egli  rivendica,  di  fronte  alla  Chiesa,  la  piena
                cattolicità propria e di chi l’ha preceduto sulla via della ricerca
                scientifica: «Niccolò Copernico fu uomo non pur cattolico, ma

                religioso  e  canonico»  (A  monsignor  Piero  Dini  in  Roma,  16
                febbraio 1615). La sua fede non entra in crisi per gli errori dei

                teologi,  che  magari  leggono  male  i  testi  sacri.  Il  più  grave  di
                tutti  è  l’interpretazione  puramente  letterale  (tipica  di

                fondamentalismi di ieri e di oggi), prassi contro la quale Galileo
                argomenta  la  necessità  di  una  sapiente  ermeneutica  tesa  a



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