Page 22 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
P. 22
sessione del tribunale ecclesiastico nel corso della quale aveva
abiurato. Non esiste alcun documento ufficiale che confermi
questo aneddoto, ma soltanto una tradizione popolare che lo
vuole veritiero. Possiamo dire che il fatto, se non è vero, è
comunque verosimile. Galileo subisce la condanna e pronuncia
l’abiura, eppure non rinuncia alla verità – la parola chiave da
cui, non a caso, siamo partiti – che continuerà a ricercare negli
anni che gli rimarranno da vivere.
La sconfitta giudiziaria non sarà infatti la sconfitta della
scienza. Se sulle prime il fatto desta grande scalpore e
determina sofferenza e frustrazione in chi aveva sperato in un
rinnovamento della cultura e della Chiesa stessa, la rete di
discepoli e seguaci di Galileo manterrà vivi i contatti e gli
scambi. Le ricerche iniziate dal maestro continueranno e
daranno nuovi frutti.
Una piena riabilitazione di Galileo da parte dell’istituzione
ecclesiastica si è avuta soltanto in anni relativamente recenti,
sotto il pontificato di Giovanni Paolo II. Nel 1981 il papa
polacco istituisce una commissione che il 31 ottobre 1992 rende
noti i risultati dei suoi lavori, sulla cui base Karol Wojtyla
ammetterà che la Chiesa aveva commesso, nel caso Galileo, un
«errore soggettivo di giudizio». Così la sentenza “definitiva” –
per così dire – è stata pronunciata dal Vaticano a quasi 360 anni
da quella “di primo grado”.
22