Page 128 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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il Copernico non stimasse vera la mobilità della Terra, per mio
                credere, non potrebbe trovar assenso se non forse appresso chi

                non l’avesse letto, essendo tutti 6 i suoi libri pieni di dottrina
                dependente  dalla  mobilità  della  Terra,  e  quella  esplicante  e

                confermante. E se egli nella sua dedicatoria molto ben intende e
                confessa che la posizione della mobilità della Terra era per farlo
                reputare stolto appresso l’universale, il giudizio del quale egli

                dice  di  non  curare,  molto  più  stolto  sarebb’egli  stato  a  voler
                farsi  reputar  tale  per  un’opinione  da  sé  introdotta,  ma  non

                interamente e veramente creduta.
                      Quanto  poi  al  dire  che  gli  attori  principali  che  hanno

                introdotto gli eccentrici e gli epicicli non gli abbino poi reputati
                veri,  questo  non  crederò  io  mai;  e  tanto  meno,  quanto  con

                necessità  assoluta  bisogna  ammettergli  nell’età  nostra,
                mostrandocegli  il  senso  stesso.  Perché,  non  essendo  l’epiciclo
                altro che un cerchio descritto dal moto d’una stella la quale non

                abbracci  con  tal  suo  rivolgimento  il  globo  terrestre,  non
                veggiamo  noi  di  tali  cerchi  esserne  da  quattro  stelle  descritti

                quattro intorno a Giove? e non è egli più chiaro che ’l Sole, che
                Venere  descrive  il  suo  cerchio  intorno  ad  esso  Sole  senza

                comprender  la  Terra,  e  per  conseguenza  forma  un  epiciclo?  e
                l’istesso accade anco a Mercurio. In oltre, essendo l’eccentrico

                un cerchio che ben circonda la Terra, ma non la contiene nel suo
                centro, ma da una banda, non si ha da dubitare se il corso di
                Marte sia eccentrico alla Terra, vedendosi egli ora più vicino ed

                ora  più  remoto,  in  tanto  che  ora  lo  veggiamo  piccolissimo  ed
                altra volta di superficie 60 volte maggiore; adunque, qualunque

                si  sia  il  suo  rivolgimento,  egli  circonda  la  Terra,  e  gli  è  una
                volta otto volte più presso che un’altra. E di tutte queste cose e

                d’altre simili in gran numero ce n’hanno data sensata esperienza
                gli  ultimi  scoprimenti:  tal  che  il  voler  ammettere  la  mobilità

                della  Terra  solo  con  quella  concessione  e  probabilità  che  si
                ricevono  gli  eccentrici  e  gli  epicicli,  è  un  ammetterla  per
                sicurissima, verissima e irrefragabile.

                     Ben è vero che di quelli che hanno negato gli eccentrici e gli



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