Page 125 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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vero  e  purissimo  zelo,  desiderando  che  almanco  ella  possa
                prima esser veduta, e poi prendasi quella risoluzione che piacerà

                a Dio (ché io quanto a me son tanto bene edificato e disposto,
                che  prima  che  contravvenire  a’  miei  superiori,  quando  non

                potessi far altro, e che quello che ora mi pare di credere e toccar
                con mano mi avesse ad essere di pregiudizio all’anima, eruerem
                oculum  meum  ne  me  scandalizaret);  io  credo  che  il  più

                presentaneo rimedio sia il battere alli Padri Gesuiti, come quelli
                che sanno assai sopra le comuni lettere de’ frati: però gli potrà

                dar la copia della lettera, ed anco leggergli, se le piacerà, questa
                che scrivo a lei; e poi, per la sua solita cortesia, si degnerà di
                farmi  avvisato  di  quanto  avrà  potuto  ritrarre.  Non  so  se  fosse

                opportuno essere col Sig. Luca Valerio, e dargli copia di detta
                lettera, come uomo che è di casa del Cardinale Aldobrandino e

                potrebbe fare con S. S. qualche offizio. Di questo e di ogni altra
                cosa mi rimetto alla sua bontà e prudenza, e gli raccomando la

                riputazion mia, e di nuovo gli bacio le mani.















































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