Page 547 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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detti poli sono nella sezion del meridiano, la curvità è ridotta al sommo,
          ma l’obbliquità al minimo, cioè all’equilibrio, come dimostra la seconda

          figura; all’incontro, quando i poli sono nel terminatore, come mostra la
          prima figura, l’inclinazione è massima, ma la curvità è minima e ridotta

          alla rettitudine; partendosi il terminator da i poli, comincia la curvità a
          farsi sensibile, con andar sempre crescendo, e l’obbliquità e inclinazione

          si va facendo minore.
          Queste  sono  le  stravaganti  mutazioni  che  mi  diceva  l’ospite  mio  che

          sarebbero apparse di tempo in tempo ne i progressi delle macchie solari,
          tuttavolta che fusse stato vero che il movimento annuo fusse della Terra,
          e  che  il  Sole,  costituito  nel  centro  dell’eclittica,  si  fusse  girato  in  sè

          stesso sopra un asse non eretto, ma inclinato, al piano di essa eclittica.
          SAGR. Io resto assai ben capace di queste conseguenze, e meglio credo

          che  me  l’imprimerò  nella  fantasia  nell’andarle  riscontrando  con
          accomodar un globo con tale inclinazione, riguardandolo poi da diverse
          bande. Resta ora che ci diciate quello che di poi seguì circa gli eventi

          delle immaginate conseguenze.
          SALV.  Seguinne,  che  continuando  noi  per  molti  e  molti  mesi  a  far

          diligentissime  osservazioni,  notando  con  somma                        Gli eventi che si
          accuratezza i passaggi di varie macchie in diversi
                                                                                    osservarono furon
          tempi       dell’anno,         si    trovarono         gli     eventi     rispondenti alle
          puntualmente rispondere alle predizioni.
                                                                                    predizioni.
          SAGR. Sig. Simplicio, come questo che dice il Sig.
          Salviati  sia  vero  (né  già  conviene  por  dubbio  sopra  le  sue  parole),  di
          saldi argomenti e di gran conietture e di fermissime esperienze aranno

          bisogno i Tolemaici e gli Aristotelici per bilanciare un incontro di tanto
          peso, e far sì che la loro opinione non dia l’ultimo tracollo.

          SIMP.  Piano,  Signor  mio,  ché  forse  voi  non  sete  ancora  dove  per
          avventura vi persuadete d’essere pervenuto: imperocché io, se ben non

          mi sono interamente impadronito della materia del discorso fatto dal Sig.
          Salviati,  non  trovo  che  la  mia  logica,  mentre  riguardo  alla  forma,

          m’insegni che tal maniera d’argomentare m’induca necessità veruna di
          concludere a favor dell’ipotesi Copernicana, cioè della stabilità del Sole
          nel  centro  del  zodiaco  e  della  mobilità  della  Terra  sotto  la  di  lui

          circonferenza. Perché, se bene è vero che posta la tal conversion del Sole
          e  la  tal  circuizion  della  Terra  si  debban  necessariamente  scorger  nelle

                                               macchie solari le tali e tali stravaganze, non
            Benché il moto annuo,
                                               però  ne  séguita  che,  argomentando  per  il



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