Page 477 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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bisognerebbe necessariamente che da tutte quelle e da tutti questi se ne
          raccogliesse la medesima lontananza sempre per appunto: non è vero?

          SIMP. Sin qua arriva a ’ntendere il mio discorso, che bisognerebbe che
          fusse così di necessità; né credo che l’autore contradicesse.

          SALV. Ma quando de’ molti e molti computi fatti non ne riuscissero pur
          due solamente che s’accordassero, che giudizio ne fareste?

          SIMP. Giudicherei che tutti fussero fallaci, o per colpa del computista o
          per difetto de gli osservatori; ed al più che si potesse dire, direi che un

          solo, e non più, fusse giusto, ma non saprei già elegger quale.
          SALV. Vorreste voi dunque da fondamenti falsi dedurre e stabilir per vera
          una conclusione dubbia? certo no. Ora i calcoli di questo autore son tali,

          che nessuno confronta con un altro: vedete dunque quant’è da prestar lor
          fede.

          SIMP.  Veramente,  come  la  cosa  sia  così,  questo  è  un  mancamento
          notabile.
          SAGR. Voglio pure aiutare il Sig. Simplicio e l’autore, con dire al Sig.

          Salviati che il suo motivo concluderebbe ben necessariamente, quando
          l’autore  avesse  intrapreso  a  voler  determinatamente  ritrovare  quanta

          fusse la lontananza della stella dalla Terra; il che non credo che sia stato
          il suo intento, ma solo di dimostrare che da quelle osservazioni si traeva,

          la  stella  essere  stata  sullunare:  talché,  se  dalle  dette  osservazioni  e  da
          tutti i computi fatti sopra di esse si raccoglie l’altezza della stella sempre

          minor  di  quella  della  Luna,  tanto  basta  all’autore  per  convincer  d’una
          crassissima ignoranza tutti quelli astronomi che, per difetto di geometria
          o  d’aritmetica,  non  avevano  saputo  dalle  lor  medesime  osservazioni

          dedurre vere conclusioni.
          SALV. Sarà dunque conveniente ch’io mi volga a voi, Sig. Sagredo, che

          tanto accortamente sostenete la dottrina di questo autore. E per veder di
          fare  che  anco  il  Sig.  Simplicio,  benché  inesperto  di  calcoli  e

          dimostrazioni,  resti  capace  almeno  della  non  concludenza  delle
          dimostrazioni di questo autore, prima metto in considerazione come ed

          esso e gli astronomi tutti con i quali egli è in controversia convengono
          che la stella nuova fusse priva di moto proprio, e solo andasse in giro al
          moto diurno del primo mobile; ma dissentono circa il luogo, ponendola

          quelli  nella  region  celeste,  cioè  sopra  la  Luna,  e  per  avventura  tra  le
          stelle fisse, e questi giudicandola vicina alla Terra, cioè sotto al concavo

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          dell’orbe lunare.  E perché il sito della stella nuova, della quale si parla,




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