Page 472 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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GIORNATA TERZA










          SAGR. Il desiderio grande con che sono stato aspettando la venuta di V.
          Signoria, per sentir le novità de i pensieri intorno alla conversione annua

          di  questo  nostro  globo,  mi  ha  fatto  parer  lunghissime  le  ore  notturne
          passate, ed anco queste della mattina, benché non oziosamente trascorse,

          anzi buona parte vegliate in riandar con la mente i ragionamenti di ieri,
          ponderando  le  ragioni  addotte  dalle  parti  a  favor  delle  due  contrarie
          posizioni,  quella  d’Aristotile  e  Tolomeo,  e  questa  di  Aristarco  e  del

          Copernico. E veramente parmi, che qualunque di questi si è ingannato,
          sia degno di scusa; tali sono in apparenza le ragioni che gli possono aver

          persuasi, tuttavolta però che noi ci fermassimo sopra le prodotte da essi
          primi autori gravissimi: ma, come che l’opinione peripatetica per la sua

          antichità ha auti molti seguaci e cultori, e l’altra pochissimi, prima per
          l’oscurità  e  poi  per  la  novità,  mi  pare  scorgerne  tra  quei  molti,  ed  in

          particolare  tra  i  moderni,  esserne  alcuni  che  per  sostentamento
          dell’oppinione da essi stimata vera abbiano introdotte altre ragioni assai
          puerili, per non dir ridicole.

          SALV. L’istesso è occorso a me, e tanto più
                                                                        Alcuni, discorrendo,
          che  a  V.  S.,  quanto  io  ne  ho  sentite                  prima si fissano

          produrre  di  tali,  che  mi  vergognerei  a
                                                                        nella mente la conclusione
          ridirle, non dirò per non denigrare la fama                   da lor creduta,

          de i loro autori, i nomi de i quali si posson
                                                                        e poi adattano
          sempre  tacere,  ma  per  non  avvilir  tanto                 a quella i discorsi

          l’onore  del  genere  umano.  Dove  io
                                                                        loro.
          finalmente, osservando, mi sono accertato
          esser tra gli uomini alcuni i quali, preposteramente discorrendo, prima si

          stabiliscono  nel  cervello  la  conclusione,  e  quella,  o  perché  sia  propria
          loro o di persona ad essi molto accreditata, sì fissamente s’imprimono,

          che del tutto è impossibile l’eradicarla giammai; ed a quelle ragioni che a
          lor  medesimi  sovvengono  o  che  da  altri  sentono  addurre  in

          confermazione dello stabilito concetto, per semplici ed insulse che elle
          siano, prestano subito assenso ed applauso, ed all’incontro, quelle che lor




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