Page 473 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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vengono opposte in contrario, quantunque ingegnose e concludenti, non
          pur ricevono con nausea, ma con isdegno ed ira acerbissima: e taluno di

          costoro,  spinto  dal  furore,  non  sarebbe  anco  lontano  dal  tentar
          qualsivoglia machina per supprimere e far tacer l’avversario; ed io ne ho

          veduta qualche esperienza.           1
          SAGR. Questi dunque non deducono la conclusione dalle premesse, né la

          stabiliscono per le ragioni, ma accomodano, o per dir meglio scomodano
          e travolgon, le premesse e le ragioni alle loro già stabilite e inchiodate

          conclusioni.  Non  è  ben  adunque  cimentarsi  con  simili,  e  tanto  meno,
          quanto la pratica loro è non solamente ingioconda, ma pericolosa ancora.

          Per  tanto  seguiteremo  col  nostro  Sig.  Simplicio,  conosciuto  da  me  di
          lunga mano per uomo di somma ingenuità e spogliato in tutto e per tutto

          di malignità; oltre che è assai pratico nella peripatetica dottrina, sì che io
          posso assicurarmi che quello che non sovverrà ad esso per sostentamento
          dell’opinione  d’Aristotile,  non  potrà  facilmente  sovvenire  ad  altri.  Ma

          eccolo appunto tutto anelante, il quale questo giorno si è fatto desiderare
          un gran pezzo. Stavamo appunto dicendo mal di voi.

          SIMP. Bisogna non accusar me, ma incolpar Nettunno, di questa mia così
          lunga dimora, che nel reflusso di questa mattina ha in maniera ritirate

          l’acque, che la gondola che mi conduceva, entrata non molto lontano di
          qui in certo canale dove non son fondamenta, è restata in secco, e mi è

          bisognato tardar lì più d’una grossa ora in aspettare il ritorno del mare. E
          quivi stando così senza potere smontar di barca,
                                                                               Moto dell’acqua tra’l
          che  quasi  repentinamente  arrenò,  sono  andato                    reflusso e ’l flusso

          osservando un particolare che mi è parso assai
                                                                               non interrotto da
          maraviglioso:  ed  è  che  nel  calar  l’acque,  si                  quiete.

          vedevan  fuggir  via  molto  velocemente  per
          diversi  rivoletti,  sendo  già  il  fango  in  più  parti  scoperto;  e  mentre  io
          attendo a considerar quest’effetto, veggo in un tratto cessar questo moto,

          e senza intervallo alcuno di tempo cominciar a tornar la medesima acqua
          in  dietro,  e  di  retrogrado  farsi  il  mar  diretto,  senza  restar  pure  un

          momento  stazionario:  effetto,  che  per  tutto  il  tempo  che  ho  praticato
          Venezia, non mi è incontrato il vederlo altra volta.

          SAGR.  Non  vi  debbe  anco  esser  molte  volte  accaduto  il  restar  così  in
          secco tra piccolissimi rivoletti, per li quali, per aver pochissima declività,

          l’abbassamento o alzamento solo di quanto è grossa una carta, che faccia
          la superficie del mare aperto, è assai per fare scorrere e ricorrer l’acqua





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