Page 478 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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fu verso settentrione e non in gran lontananza dal polo, in modo che a
          noi  settentrionali  ella  non  tramontava  mai,  fu  agevol  cosa  il  poter

          prendere  con  istrumenti  astronomici  le  sue  altezze  meridiane,  tanto  le
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          minime sotto il polo, quanto le massime sopra;  dalla conferenza delle
          quali altezze, fatte da diversi luoghi della Terra posti in varie distanze
          dal  settentrione,  cioè  tra  di  loro  differenti  quanto  all’altezze  polari,  si

          poteva argomentare la lontananza della stella. Imperocché, quando ella
                                                    fusse stata nel firmamento tra le altre fisse,
            Le elevazioni minime
                                                    le  sue  altezze  meridiane  prese  in  diverse
            e massime della
            stella nuova non                        elevazioni  di  polo  conveniva  che  fussero
                                                    tra  di  loro  differenti  con  le  medesime
            differiscono tra di
            loro più che le altezze                 differenze  che  tra  esse  elevazioni  si
                                                    ritrovavano;  cioè,  per  esempio,  se
            polari, se la
            nuova sarà nel firmamento.              l’elevazione  della  stella  sopra  l’orizonte
                                                    era  30  gradi,  presa  nel  luogo  dove

          l’altezza  polare  era,  v.  g.,  gradi  45,  conveniva  che  l’elevazione  della
          medesima  stella  fusse  cresciuta  4  o  5  gradi  in  quei  paesi  più

          settentrionali ne’ quali il polo fusse più alto gli stessi 4 o 5 gradi: ma
          quando  la  lontananza  della  stella  dalla  Terra  fusse  assai  piccola  in

          comparazion di quella del firmamento, le altezze sue meridiane convien
          che, accostandoci al settentrione, crescano notabilmente più che l’altezze

          polari;  e  da  quel  maggiore  accrescimento,  cioè  dall’eccesso
          dell’accrescimento  dell’elevazion  della  stella  sopra  l’accrescimento
          dell’altezza  polare  (che  si  chiama  differenza  di  parallasse),  si  calcola

          prontamente, con metodo chiaro e sicuro, la lontananza della stella dal
          centro della Terra. Ora, questo autore piglia le osservazioni fatte da 13

          astronomi in diverse elevazioni di polo, e conferendo una particella di
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          quelle a sua elezione, calcola, con dodici accoppiamenti,  l’altezza della
          stella nuova essere stata sempre sotto la Luna; ma ciò conseguisce egli
          con promettersi tanto crassa ignoranza in tutti quelli alle mani de’ quali

          potesse pervenire il suo libro, che veramente m’ha fatto nausea: ed io sto
          a vedere come gli altri astronomi ed in particolare il Keplero, contro al
          quale principalmente inveisce quest’autore, si contenga in silenzio, che

          pur non gli suol morir la lingua in bocca, se già egli non ha stimato tale
          impresa  troppo  bassa.  Ora,  per  farne  avvertiti  voi,  ho  trascritte  sopra

          questo foglio le conclusioni che e’ raccoglie dalle sue 12 indagini. Delle
          quali la prima è delle due osservazioni





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