Page 481 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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dell’artifizio, benché non gran cosa artifizioso, di questo autore, vorrei
          destarvi  meraviglia  ed  anco  sdegno,  mentre  scorgeste  come  egli,

          palliando la sua sagacità co ’l velo della vostra semplicità e de gli altri
          puri  filosofi,  si  vuole  insinuare  nella  vostra  grazia  co  ’l  grattarvi  le

          orecchie e co ’l gonfiar la vostra ambizione, mostrando d’aver convinti e
          resi muti questi astronometti che hanno voluto assalire l’inespugnabile

          inalterabilità  del  cielo  peripatetico,  e,  quel  che  è  più,  ammutitigli  e
          convinti con le lor proprie armi. Io ne voglio fare ogni sforzo; ed intanto

          il Sig. Sagredo condoni al Sig. Simplicio ed a me il tediarlo forse un po’
          troppo, mentre con soverchio circuito di parole (soverchio, dico, alla sua
          velocissima apprensiva) anderò cercando di far palese cosa, che è bene

          che non gli resti ascosa e incognita.
          SAGR. Io, non solo senza tedio, ma con gusto, sentirò i vostri discorsi; e

          così ci potessero intervenire tutti i filosofi peripatetici, acciò potessero
          comprendere quanto devano restar obbligati a questo lor protettore.
          SALV. Ditemi, Sig. Simplicio, se voi sete ben restato capace, come, sendo

          la stella nuova collocata nel cerchio meridiano là verso settentrione, a
          uno  che  da  mezzo  giorno  camminasse  verso  tramontana  tanto  se  gli

          andrebbe elevando sopra l’orizonte l’istessa stella nuova quanto il polo,
          tuttavolta che ella fusse veramente collocata tra le stelle fisse; ma che

          quando ella fusse notabilmente più bassa, cioè più vicina a Terra, ella
          apparirebbe  elevarsi  più  del  medesimo  polo,  e  sempre  più  quanto  la

          vicinanza fusse maggiore?
          SIMP. Parmi d’esserne capacissimo, in segno di che mi proverò a farne
          una figura matematica: ed in questo cerchio grande noterò il polo P, e in

          questi due cerchi più bassi noterò due stelle vedute da un punto in Terra,
          che sia A, e le due stelle sieno queste B, C, vedute per la medesima linea

          ABC  incontro  a  una  stella  fissa  D;  camminando  poi  in  Terra  sino  al
          termine  E,  le  due  stelle  mi  appariranno  separate  dalla  fissa  D  e

          avvicinatesi  al  polo  P,  e  più  la  più  bassa  B,  che  mi  apparirà  in  G,  e
          manco  la  C,  che  apparirà  in  F;  ma  la  fissa  D  averà  mantenuta  la

          medesima lontananza dal polo.

















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