Page 475 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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mi ricordo averlo sentito nominar con laude dall’Accademico amico
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nostro; parmi anco cosa troppo inverisimile che egli a compiacenza di
altri si possa esser indotto ad aver in così poca stima la sua riputazione,
ch’e’ si sia indotto a far pubblica un’opera, della quale non poteva
attenderne altro che biasimo appresso gl’intelligenti.
SAGR. Soggiugnete che saranno assai manco che un per cento, a
ragguaglio di quelli che lo celebrerranno ed esalteranno sopra tutti i
maggiori intelligenti che sieno o sieno stati già mai. Uno che abbia
saputo sostener la peripatetica inalterabilità del cielo contro a una schiera
d’astronomi, e che, per lor maggior vergogna, gli abbia atterrati con le
lor proprie armi! E che volete che possano quattro o sei per provincia,
che scorgano le sue leggierezze, contro a gl’innumerabili che, non sendo
atti a poterle scoprire né comprendere, se ne vanno presi alle grida, e
tanto più gli applaudono quanto manco l’intendono? Aggiugnete che
anco quei pochi che intendono, si asterranno di dar risposta a scritture
tanto basse e nulla concludenti; e ciò con gran ragione, perché per
gl’intendenti non ce n’è bisogno, e per quelli che non intendono è fatica
buttata via.
SALV. Il più proporzionato gastigo al lor demerito sarebbe veramente il
silenzio, se non fusser altre ragioni per le quali è forse quasi necessario il
risentirsi: l’una delle quali è, che noi altri Italiani ci facciamo spacciar
tutti per ignoranti e diamo da ridere a gli oltramontani, e massime a
quelli che son separati dalla nostra religione; ed io potrei mostrarvene di
tali assai famosi, che si burlano del nostro Accademico e di quanti
matematici sono in Italia, per aver lasciato uscire in luce e mantenervisi
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senza contradizione le sciocchezze di un tal Lorenzini contro gli
astronomi. Ma questo pur anco si potrebbe passare, rispetto ad altra
maggior occasione di risa che si potesse porger loro, dependente dalla
dissimulazione de gl’intelligenti intorno alle leggerezze di questi simili
oppositori alle dottrine da loro non intese.
SAGR. Io non voglio maggior esempio della petulanzia di costoro e
dell’infelicità d’un pari del Copernico, sottoposto ad esser impugnato da
chi non intende né anco la primaria sua posizione, per la quale gli è
mossa la guerra.
SALV. Voi non meno resterete maravigliato della maniera del confutar gli
astronomi che affermano, le stelle nuove essere state superiori a gli orbi
de’ pianeti, e per avventura nel firmamento stesso.
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