Page 466 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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questa sia diversissima, eccetera».
          114
              «Se per volontà di Dio la Terra fosse in quiete, le altre cose ruoterebbero o no? Se
          no,  è  falso  che  girino  per  natura;  se  invece  ruotassero,  si  riproporrebbero  i  problemi
          precedenti. E sarebbe abbastanza sorprendente che, anche volendolo, il gabbiano non
          potesse avventarsi sul pesce, la allodola posarsi sul nido, o il corvo posarsi sulla lumaca
          o la pietra».
          115
               «Inoltre,  come  può  essere  che  queste  cose  tanto  diverse  si  muovano  solo  da
          occidente a oriente parallelamente all’equatore? E che sempre si muovano senza mai
          fermarsi?»
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               «Perché  tanto  più  velocemente  quanto  più  alte  e  tanto  più  lentamente  quanto  più
          basse?»
          117  «Perché le cose più vicine all’equatore percorrono un cerchio maggiore e quelle più

          lontane un cerchio minore?»
          118
              «Perché una medesima palla all’equatore si muoverebbe intorno al centro della Terra
          percorrendo un cerchio massimo e con incredibile velocità, e al polo girerebbe intorno al
          proprio asse, senza circolazione alcuna e con suprema lentezza?»
          119
              «Perché la stessa cosa v.g. una palla di piombo se ha ruotato attorno alla Terra una
          volta descrivendo un cerchio massimo, non ruota in tutte le parti secondo questo cerchio
          massimo, bensì, tolta dall’equatore, lo fa in cerchi minori?»
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              «Se il moto circolare è naturale ai corpi gravi e ai leggeri, com’è quello in linea
          retta? Se infatti è naturale, come può essere naturale il moto circolare, essendo di specie

          diversa dal retto? Se è violento, come mai un razzo, salendo verso l’alto, muove la testa
          scintillante verso l’alto rispetto alla Terra, invece di farlo in circolo?»
          121  «Perché il centro di una sfera che cada all’equatore descrive una spirale sul piano di
          questo, cadendo sotto altri paralleli descrive una spirale a cono, e al Polo discende lungo
          l’asse, percorrendo una linea circolare descritta intorno una superficie cilindrica?»
          122   «Se  tutta  la  Terra  insieme  con  l’acqua,  venisse  annientata  non  cadrebbero  dalle
          nuvole né grandine né pioggia, ma si muoverebbero naturalmente in cerchio; né il fuoco
          né  alcunché  di  igneo  ascenderebbe  perché,  secondo  un’affermazione  per  essi  non

          improbabile, al di sopra non c’è fuoco».
          123
              «Alle cui [conclusioni] tuttavia si oppongono l’esperienza e la ragione».
          124
              Si noti che, eliminata l’ironia e la comicità di questa cosmogonia, Galileo si attiene
          allo stesso criterio per l’ordinamento del mondo che aveva esposto con grande serietà
          nel De motu (si veda l’Introduzione, pp. 56-59 e 78-79.) E poco importa se lì il mondo
          significava  il  cosmo  geometrico  tradizionale  mentre  qui  si  tratta  dell’universo
          copernicano  indefinito.  Dubito  pertanto  della  supposta  modernità  che  Sosio  vede
          implicita nelle idee esposte in queste pagine.
          125  «Una pietra situata al centro, o sale verso un qualche punto della Terra, o non lo fa.

          Nel secondo caso, sarà falso che le parti, per il mero fatto di essere separate dal tutto, si
          muovano verso questo. Nel primo caso, la ragione e l’esperienza tutte si oppongono, e i
          gravi non rimarrebbero fermi nel loro centro di gravità. Allo stesso modo, se una pietra
          sospesa e lasciata libera cadesse verso il centro, si separerebbe dal tutto, contrariamente
          a Copernico. Se restasse sospesa, entrerebbe in contraddizione con l’esperienza tutta,




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