Page 350 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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le  materie  aderenti  alla  machina  che  va  in  volta;  per  lo  che  pareva  a
          molti, ed anco a Tolomeo, che quando la Terra si rigirasse in sé stessa

          con tanta velocità, i sassi e gli animali dovessero esser scagliati verso le
          stelle,  e  che  le  fabbriche  non  potessero  con  sì  tenace  calcina  esser

          attaccate a i fondamenti, che esse ancora non patissero un tale eccidio.
          SALV. Prima che venire allo scioglimento di questa instanza, non posso

          tacer quello che mille volte ho osservato, e non senza riso, cadere nella
          mente quasi di tutti gli uomini nel primo motto che sentono di questo

          muoversi  la  Terra,  creduta  da  loro  talmente  fissa  ed  immota,  che  non
          solamente di tal quiete mai non hanno dubitato, ma fermamente creduto
          che  tutti  gli  altri  uomini  insieme  con  loro  l’abbiano  stimata  creata

          immobile e tale mantenutasi in tutti i secoli decorsi; e fermatisi in questo
                                             concetto, stupiscono poi nel sentire che alcuno
            Stupidità di alcuni
                                             le conceda il moto, quasi che, dopo averla egli
            che stimano, la
            Terra essersi                    tenuta immobile, scioccamente pensi, allora, e
                                             non prima, essersi ella messa in moto, quando
            cominciata a muovere
            quando Pittagora                 Pitagora o chi altro si fusse il primo a dir che
                                             ella  si  muoveva.  Ora,  che  tale  stoltissimo
            cominciò a dire che
                                             pensiero  (dico  di  credere  che  quelli  che
            ella si moveva.
                                             ammettono  il  moto  della  Terra,  l’abbiano

          prima  creduta  stabile  dalla  sua  creazione  sino  al  tempo  di  Pitagora,  e
          solo fattola poi mobile dopo che Pitagora la stimò tale) trovi luogo nelle

          menti de gli uomini vulgari e di senso leggiero, io non me ne maraviglio;
          ma  che  gli  Aristoteli  e  i  Tolomei  siano  essi  ancora  incorsi  in  questa
          puerizia, mi par veramente assai più strana ed inescusabil semplicità.

          SAGR.  Adunque,  Sig.  Salviati,  voi  credete  che  Tolomeo  pensasse  di
          dover,  disputando,  mantener  la  stabilità  della  Terra  contro  a  uomini  li

          quali,  concedendo  quella  essere  stata  immobile  sino  al  tempo  di
          Pitagora, allora solamente affermassero essersi ella fatta mobile, quando

          esso Pitagora le attribuì il moto?
                                           SALV. Non si può credere altrimenti, se noi ben
            Aristotile e Tolomeo
                                           consideriamo la maniera ch’e’ tiene in confutare
            par che confutino
            la mobilità della              il detto loro: la confutazione del quale consiste
                                           nella  demolizion  delle  fabbriche,  e  nello
            Terra contro a chi
            avesse creduto che,            scagliamento delle pietre de gli animali e de gli
                                           uomini stessi verso il cielo; e perché tal rovina e
            essendo ella stata

            lungo tempo                    sbalestramento  non  si  può  fare  di  edifizii  e  di
                                           animali che prima non sieno in Terra, né in Terra



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