Page 112 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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171  Abbiamo già citato in precedenza il testo di Opere, VII, p. 168. Si veda la nota 143.
          172  Opere, VII, p. 174. Si veda il testo corrispondente alla nota 167.
          173   Clavelin  ritiene  che  Galileo  abbia  compiuto  un  «sensibile  progresso»  rispetto  a

          Copernico. Questi si avvaleva della sfericità come causa motrice dei pianeti. «Galileo –
          dice Clavelin  –  è  senza  dubbio  il  primo ad  approdare  all’idea  che  il  movimento non
          deve più essere considerato né giustificato in rapporto a una causa formale, sia essa di
          tipo  sostanziale  o  geometrico»,  Clavelin,  1968,  p.  228,  nota  a  piè  di  pagina.  Devo
          confessare che non afferro bene il «progresso» in questione, tra l’altro perché dubito
          che, nel XVI o XVII secolo, il concetto di «ordine ottimo» al quale in ultima istanza ci
          rimanda Galileo e che è presente in Copernico in senso pieno, avrebbe maggior solidità
          dell’idea di sfericità. Tendo piuttosto a pensare il contrario.
          174  Opere, VII, p. 260.
          175  «Galileo and the Concept of the Inertia» e «The Case against “Circular Inertia”», in

          Drake, 1970, pp. 244-256, e 257-278 rispettivamente.
          176
              J.A. Coffa, «Galileo’s Concept of Inertia», in Physis, 10 (1968), pp. 261-281.
          177
              Drake, 1970, p. 253. Drake ha precisa consapevolezza di Galileo «come fisico», e
          tuttavia non vuole definire filosofo questo Galileo «propagandista», essendo ben noto
          l’odio  cieco  che  Drake  nutre  per  tutto  ciò  che  sia  filosofia.  In  Drake,  1970,  p.  274,
          attenua  un  po’  il  suo  giudizio  dicendo  che  in  realtà  in  Galileo  non  c’è  un  principio
          unificatore per tutti i casi di movimento inerziale. A tale proposito, Carlos Solís mi fa
          notare  che  nei  Discorsi  (Opere,  VIII,  p.  275),  a  cui  rimanda  Drake,  Salviati  dice

          esplicitamente che la rettilinearità è una licenza geometrica: «Nelle nostre pratiche gli
          strumenti  nostri  e  le  distanze  le  quali  vengono  da  noi  adoperate,  son  così  piccole  in
          comparazione  della  nostra  gran  lontananza  dal  centro  del  globo  terrestre,  che  ben
          possiamo prendere un minuto di un grado del cerchio massimo come se fusse una linea
          retta». Devo precisare qui che Carlos Solís, che leggendo questa introduzione ha visto i
          ringraziamenti, si è dedicato a una sottile vendetta consistente nell’indicarmi numerosi
          errori che ho poi, eliminato, cosa che mi obbliga a ringraziarlo nuovamente qui e con
          minori reticenze, per il suo generoso aiuto.
          178  Opere, VII, pp. 216 ss.
          179  Drake, 1970, p. 268.
          180   Winifred  Wisan  replica  che  quest’affermazione  di  Drake  rivela  una  «totale

          incomprensione della struttura logica del Dialogo e delle circostanze in cui fu composto.
          In primo luogo, il movimento naturale circolare della Terra è proprio quello che è in
          discussione, e non può essere accolto qui come un principio fondamentale. Simplicio…
          non accetta questa premessa. Deve essere convinto che, anche se si presupponesse che
          la rotazione della Terra è violenta, gli oggetti non ne verrebbero scagliati via», Wisan,
          «Galileo’s  “De  Systemate  mundi”  and  the  New  Mechanics»,  in  Galluzzi,  a  cura  di,
          1984,  p.  43.  Tuttavia  Chalmers  e  Nicholas,  1983,  p.  339,  non  sono  persuasi  che
          l’argomento sia contraddittorio.
          181  Sosio, a cura di, 1970, Introduzione, p. LII.
          182  Drake, 1970, p. 267.

          183  Koyré, 1966, pp. 239 ss., specialmente 257, 274, 276.




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