Page 116 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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trovato notevole eco nei mezzi di comunicazione. Questo, il suo primo merito; il
secondo consiste nell’avere ottenuto che venisse accettato il termine «riabilitazione». A
questo punto, la maggior parte della gente pensa sicuramente che Galileo abbia fatto del
male e che la Chiesa, dando prova di bontà, abbia deciso di perdonarlo.
223 In Poupard, a cura di, 1983, p. 277. Trad. it. in rete: «La chiesa e Galileo oggi».
Allocuzione di Sua Santità Giovanni Paolo II, 10 novembre 1979.
htpp://www.culturanuova.net/filosofia/testi/galileo_magist.htm/
224 Mons. Paul Poupard, a cura di, Galileo Galilei. 350 Ans d’Histoire 1633-1983,
Desclée International, Tournai, 1983.
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Le conclusioni di Wallace e il suo commento conclusivo rendono possibile qualcosa
di più che non una «onorevole soluzione». Il padre Wallace conclude infatti che Galileo,
tenendo presente la logica che aveva appreso dai gesuiti, non pretende nel Dialogo di
aver dimostrato il movimento della Terra e pertanto sottomettendosi all’interpretazione
della Chiesa non ingannò nessuno: «Accettò semplicemente, per ragioni di fede, che la
Terra fosse immobile, cosa che poteva fare con perfetta onestà intellettuale, dal
momento che la sua ragione non era riuscita a dimostrare il contrario», Wallace,
«Galileé et les Jésuites du Collège Romain», in Poupard, a cura di, 1983, pp. 75-97,
specialmente pp. 96-97.
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Ibid. Personalmente, non dubito che la personalità di Galileo dovesse riuscire ben
poco gradita ai suoi nemici. E non mi aspetto neppure che Wallace si occupi del
carattere dei suoi avversari, anche se non manca di sorprendermi che sia capace di
apprezzare e di mettere in risalto la perspicacia del commento di Grassi e d’altra parte
resti insensibile all’odio rancoroso e un tantino sadico che contiene.
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Neppure l’articolo di François Russo, «Galilée et la Culture Théologique de son
temps» (in Poupard, a cura di, 1983, pp. 151-178) studia «l’altro versante».
228 Brandmüller, 1987, pp. 174 e 178. L’apologetica tocca sempre varie frontiere, e in
questo caso ha superato chiaramente quella del cinismo.
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Poupard, a cura di, 1983, p. 11. Più avanti insiste: «I giudici che, certamente in
buona fede ma erroneamente, hanno condannato Galileo, hanno commesso
oggettivamente un errore», Ibid., p. 18.
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In realtà, Bellarmino faceva proprie le tesi più radicali e conservatrici del momento
in materia di esegesi biblica, e si spinse ancora più in là persino del Concilio di Trento,
dicendo che: «Nelle Scritture non soltanto le opinioni espresse con tutte e ciascuna delle
parole appartengono alla fede. È per questo che noi crediamo che nessuna parola della
Scrittura sia inutile o non sia usata correttamente» (De controversiis… II, II, 12). Cit. in
Blackwell, 1991, p. 31.
231 Discorso di Giovanni Paolo II alla Pontificia Accademia delle Scienze, 31 ottobre
1992, «Appartiene ormai al passato il doloroso malinteso sulla presunta opposizione tra
scienza e fede». Questo testo si trova in trad. it. nel sito citato nella nota 223.
232 Neppure a questo punto il papa fa ricorso ai numerosi studi sull’argomento.
233 «La “Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo”, del 26 giugno 1990, parla
per la prima volta, in termini compendiosi, ai teologi come tali. Fissa uno statuto
dell’intelletto e, come in un cruciverba, indica le linee orizzontali e verticali nelle quali
deve inserirsi l’interpretazione del dogma. Il «problema del dissenso», titolo di uno dei
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