Page 101 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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scrisse un Prodomus pro sole mobile et terra stabile in difesa del geocentrismo
tradizionale e che nel luglio del 1633 scrisse a tale proposito a Kircher: «Quando il
Prodomus sarà concluso, con l’aiuto di Dio difenderò l’astronomia comune contro
Galileo da un capo all’altro del libro, come è stato raccomandato dal papa, dal nostro
Generale e dagli Assistenti, il tutto a pro di cose più importanti», Opere, XV, p. 184.
48
Sant’Ignazio di Loyola, 1958, pp. 216-217.
49
Ibi., pp. 220-221.
50
Il testo fa parte della Carta sobre la obediencia, paragrafo 9, cit. da Blackwell, 1991,
p. 143, che si è occupato più estesamente di tale questione.
51 Cit. in Blackwell, 1991, pp. 144-145.
52 A. Favaro, 1914, III, pp. 1458 e 1473, cit. da Redondi, 1983, pp. 163, 165.
53 Anche in sant’Agostino, che pure non è il più radicale in proposito, risulta evidente
l’atteggiamento dei primi padri nei confronti dell’indagine scientifica. «… Né bisogna
inquietarsi per timore che i cristiani ignorino la forza e il numero degli elementi: il
moto, l’ordine e le eclissi dei corpi celesti; la forma dei cieli; la specie e la natura di
animali, piante, pietre, sorgenti, fiumi e montagne; cronologie e distanze; i presagi delle
tempeste; e mille altre cose che quei filosofi hanno scoperto oppure credono di avere
scoperto […]. È sufficiente al cristiano credere che la sola causa di tutte le cose create,
celesti o terrene, visibili o invisibili, è la bontà del Creatore, il solo vero Dio; e che nulla
esiste, ad eccezione di Lui stesso, che non derivi da Lui la sua esistenza», S. Agostino,
Enchiridion, 9,3. Migne, P.L., XI, pp. 235-236. Cit. da Kuhn, 1972, p. 137.
54
Opere, XIII, pp. 226-227.
55
A. Favaro, 1914, III, p. 1459. Cit. in Redondi, 1983, p. 164.
56
A. Favaro, ibid., p. 1473.
57
Giordano Bruno, La cena de le ceneri, Dialogo primo, p. 195; Dialogo terzo, pp. 230
ss. (in Opere, a cura di A. Guzzo e R. Amerio, Ricciardi, Milano-Napoli, 1956).
58 Keplero scrive a Galileo: «Anzitutto mi rallegro moltissimo di essermi, con le tue
fatiche, un po’ rincuorato. Se tu avessi scoperto pianeti ruotanti intorno ad una delle
fisse, già erano pronti per me i ceppi e il carcere presso le innumerabilità del Bruno o
anzi piuttosto l’esilio in quell’infinito», Keplero, Dissertatio cum Nuncio Sidereo, in
Kepler, 1972, p. 57.
59 Si veda in merito Kuhn Thomas S., 1972, pp. 199-205.
60 Westman, «The Melanchton Circle, Rheticus and the Wittenberg Interpretation of the
Copernican Theory», in Isis, vol. LXVI (1975), n° 232, pp. 165-193.
61
Alberto Elena, 1985, specialmente pp. 127 ss., commenta lo sviluppo di questa
problematica.
62 Westman, 1986, in Lindberg, David C. e Numbers, Roland L., a cura di, 1986, p. 78.
63 Recentemente Hooykaas ha trovato un manoscritto inedito di Retico, in cui questi
intendeva dimostrare la compatibilità del movimento terrestre e delle Sacre Scritture. Si
veda in merito R. Hooykaas, «Rheticus’ Lost Treatise on Holy Scripture and the Motion
of the Earth», in Journal for the History of Astronomy, 15 (1984), pp. 77-80.
64
Giordano Bruno, Cena de le ceneri, a cura di G. Aquilecchia, Einaudi, Torino 1955,
Dialogo III, p. 146.
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