Page 13 - La filosofia come esercizio spirituale.
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antica e la sua modalità di espressione. “Discorso” che deve intendersi non

               come attività teorica che anticipa la pratica, ma come attività teoretica, ossia
               contemplativa,  che  rappresenta  già  un  esercizio  pratico.  Si  può  evincere
               dunque come il suo rapporto con la filosofia intesa come modo di vivere sia
               più complesso.

                  Come  scrive  in  Che  cos’è  la  filosofia  antica?,  filosofia  e  discorso
               filosofico  si  presentano  come  entità  allo  stesso  tempo  incommensurabili  e

               inseparabili.  8
                  Incommensurabili in primo luogo perché gli antichi consideravano filosofo

               non colui che si contraddistingueva per l’originalità delle sue teorie, ma colui
               che  trasformava  il  discorso  filosofico  in  vita  concreta,  indipendentemente
               dalla scuola alla quale decideva di aderire. La distinzione che separa il primo
               dal secondo è ben chiara dalla terminologia con cui gli antichi definivano le

               due  figure.  I  grandi  parlatori  che  proponevano  teorie  astratte  basate  su
               argomentazioni  cavillose  erano  bollati  immediatamente  come  sofisti,  mentre
               con  altrettanta  sicurezza  si  chiamavano  filosofi  personaggi  pubblici  come
               Catone  di  Utica,  Rutilio  Rufo  e  Quinto  Muzio  Scevola  che  aderivano  allo

               stoicismo  non  sviluppandone  in  maniera  teorica  i  dogmi,  bensì  seguendone
               fedelmente la condotta di vita.

                  In  secondo  luogo  sono  incommensurabili  perché  costituiscono  esperienze
               completamente  diverse.  Il  discorso  filosofico  non  sarà  mai  in  grado  di
               descrivere in maniera compiuta l’essenza della vita filosofica, non potendone
               cogliere  le  sfumature  interiori  e  non  potendo  rendere  a  parole  quella  che  è
               un’esperienza di vita vissuta. È il caso, ad esempio, delle pagine mistiche di

               Plotino,  nelle  quali  il  filosofo  si  trova  in  difficoltà  nel  descrivere  l’unione
               dell’io  con  l’Uno.  Ancor  più  emblematico,  da  questo  punto  di  vista,  è  il
               cinismo, che riduce al minimo il discorso filosofico quasi a volerlo rigettare.

               Basti  pensare  a  Diogene  che  per  rispondere  a  un  sofista  che  negava  il
               movimento si mise a camminare e che di fronte alla definizione di “uomo” data
               da Platone, “un animale bipede senza piume”, si limitò a prendere un gallo, a
               spennarlo e a dire: ecco qui l’uomo di Platone.         9

                  Allo  stesso  tempo  però,  filosofia  e  discorso  filosofico  sono  inseparabili.
               L’unico,  vero  discorso  filosofico  è  quello  strettamente  connesso  alla  vita

               filosofica. Se un discorso non è seguito dalla messa in pratica da parte del
               filosofo,  allora  tale  discorso  non  merita  di  essere  definito  “filosofico”  ma
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