Page 11 - La filosofia come esercizio spirituale.
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principali, sviluppare le ricerche precedenti su Plotino e lavorare su Marco
Aurelio alla luce di questa nuova prospettiva.
«Proprio Plotino e Marco Aurelio [...] mi hanno indotto questa volta a pensare in modo più
generale a quello che chiamo il fenomeno della filosofia antica, fenomeno appunto nel senso non
solo spirituale, ma anche sociale, sociologico. Cercavo di pormi la domanda: che cos’era un
filosofo? In che cosa consistevano le scuole di filosofia? È così che ho finito per pensare che la
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filosofia non era pura teoria, ma un modo di vivere.»
L’esigenza di una chiave di lettura diversa per interpretare i testi filosofici
classici nasce dal tentativo di risolvere un problema in cui incorrono gli
studiosi del pensiero antico quando tentano di sistematizzare le idee di un
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autore, ossia la presenza di diverse incongruenze logiche tra un testo e l’altro .
Incongruenze logiche che non dipendono, secondo Hadot, dalla scarsa
attenzione dei filosofi antichi nel costruire un sistema di pensiero coerente,
bensì dall’errata tendenza degli studiosi a leggere i testi antichi come se
fossero testi filosofici contemporanei, senza tenere conto delle sostanziali
differenze tra le due modalità di esposizione.
Difatti, mentre i testi filosofici contemporanei si sviluppano sin dal
principio come scritti destinati alla stampa, i testi filosofici antichi sono in
stretto rapporto con lo stile orale. Essi erano destinati a un pubblico molto
ristretto, che variava dai membri di una scuola a un solo discepolo, al
contrario dei testi moderni, pensati in partenza per essere stampati e diffusi su
larga scala. Una conseguenza di ciò è il carattere estremamente particolare dei
contenuti trattati. Non un’esposizione di concetti generali con lo scopo di
elaborare una sistematica descrizione della realtà, bensì lezioni basate su un
argomento, risposte alle esigenze degli alunni o ai dubbi di un singolo allievo,
lettere consolatorie ad amici o parenti, brevi memorandum dei dogmi
principali della scuola. È il caso, ad esempio, della Metafisica e delle Etiche
di Aristotele, un insieme di appunti eterogenei che il Filosofo utilizzava a
lezione, oppure delle Enneadi di Plotino, trascrizione dei suoi corsi da parte
dell’allievo Porfirio.
Ed è proprio da questo carattere di circostanza che nascono le presunte
incongruenze tra un testo e l’altro nel momento in cui si cerca di riassumerli in
un'unica visione generale. Non che questa visione generale non esistesse nella
mente di Platone, Aristotele o Epicuro, ma essa rimane implicita nelle risposte
o nelle lezioni, che spesso si adattavano alle esigenze di chi ascolta e al suo