Page 948 - Dizionario di Filosofia
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fissazione della teoria dei generi letterari.

          Politica (Politiká), opera di Aristotele in otto libri, nella quale il filosofo espone il
          suo pensiero politico, in polemica più o meno aperta contro il comunismo platonico
          e  contro  l’anarchismo  cinico.  Storicamente  l’individuo,  la  famiglia  e  la  tribù
          (dêmos)  precedono  lo  Stato,  ma  quest’ultimo  è  il  solo  ente  completo  e

          autosufficiente.  Parlando  della  famiglia,  Aristotele  sostiene  la  legittimità  della
          schiavitù  e  fonda  sulla  natura  l’autorità  (peraltro  non  dispotica)  del  padre.  Nella
          parte  dedicata  all’economia,  il  commercio  e  l’usura  vengono  condannati  come
          attività  innaturali.  La  critica  al  comunismo  platonico  fa  perno  sul  concetto  della
          necessità  della  proprietà  privata  e  della  famiglia  per  la  vita  sociale,  alla  quale
          l’uomo,  definito  come  «  animale  politico  »,  è  d’altronde  naturalmente  incline.  Il
          governo non può essere che di uno, o di pochi, o di molti. Ognuna delle forme di

          governo  predette  è  buona,  e  ogni  popolo  sceglie  quella  più  conforme  alle  sue
          condizioni.  La  monarchia  può  però  degenerare  in  tirannia,  l’aristocrazia  in
          oligarchia, e il governo dei molti in « democrazia », intesa nel senso di predominio
          dell’arbitrio della moltitudine. La superiorità morale e civile di un popolo giustifica
          il  suo  dominio  su  altri  più  arretrati.  Per  quanto  sia  stata  tramandata  incompiuta  e
          appaia  qua  e  là  poco  perspicua,  l’opera  ha  avuto  su  tutta  la  civiltà  occidentale

          un’influenza veramente straordinaria.
          Politico (IL) o Del potere regio, dialogo di Platone. Composto fra la Repubblica e
          Le leggi, esso segna un momento importante nell’evoluzione del pensiero politico di
          Platone. Come già nel Sofista, protagonista del dialogo è il « forestiero di Elea »,
          per bocca del quale Platone espone, con un andamento trattatistico e sistematico più

          che  dialogico,  le  nuove  conclusioni  della  sua  ricerca.  Oggetto  della  scienza  e
          dell’arte  del  politico  sono  gli  uomini,  qui  definiti  come  «  bipedi  senza  coma  e
          implumi  ».  Un  ordine  politico  ideale  non  avrebbe  bisogno  di  leggi,  ma
          nell’imperfetta  realtà  storica  queste  sono  una  garanzia  contro  gli  arbitri  della
          tirannide  e  dell’oligarchia.  Monarchia  e  aristocrazia  sono,  al  contrario,  forme  di
          potere  sovrano  fondato  sulla  legge.  La  peggiore  «  democrazia  »  (il  termine  ha

          sempre in Platone un senso peggiorativo) è invece quella che veste di legalismo i
          suoi  inevitabili  arbitri.  Il  governo  secondo  scienza  del  filosofo  resta  comunque  il
          modello ideale del potere politico.
          Primo  abbozzo  di  un  sistema  di  filosofia  della  natura  (Erster  Entwurf  eines
          Systems der Naturphilosophie), opera di Schelling, pubblicata nel 1797 e poi, con

          l’aggiunta  di  una Introduzione  chiarificatrice,  nel  1799.  L’opera  è  divisa  in  tre
          parti:
          1. La natura nei suoi prodotti più primitivi è organica. L’universo costituisce un
          grande organismo entro il quale l’attività lotta contro la passività. Quest’ultima è il
          principio del mondo inorganico.
          2 . Deduzione  delle  condizioni  di  una  natura  inorganica.  Principi  del  sistema

          naturale  sono  l’attrazione  e  la  repulsione.  In  meccanica  l’attrazione  si  manifesta
          come gravitazione, in chimica come affinità. Prodotti del vario gioco dell’attrazione
          e della repulsione sono la luce, il magnetismo, l’elettricità, ecc.
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