Page 950 - Dizionario di Filosofia
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interesse per lo studio dell’evoluzione del pensiero dell’autore. Le dottrine esposte

          nelle  altre  tre  parti,  e  particolarmente  le  posizioni  più  caratteristiche  della  fisica
          generale  cartesiana  (l’atomismo,  la  teoria  dei  vortici,  l’animale  come  macchina),
          rispondono  all’esigenza  di  ridurre  tutti  i  fenomeni  entro  lo  schema  del
          meccanicismo* universale.

          Prolegòmeni  ad  ogni  futura  metafisica  che  intenda  presentarsi  come  scienza
          (Prolegomena  zu  einer  jeden  künftigen  Metaphysik  die  als  Wissenschaft  wird
          auftreten können), opera di  Kant, pubblicata nel 1783 con l’intento di offrire una
          guida  interpretativa  della Critica  della  ragion  pura*,  uscita  due  anni  prima  e
          accusata da molti recensori di essere oscura e contraddittoria. I temi e il contenuto
          dell’opera sono gli stessi della Critica predetta.

          Protàgora o  I sofisti (Prōtagóras, è sophistái), dialogo di  Platone.  L’opera, che
          appartiene al gruppo dei dialoghi giovanili e ha la forma del « dialogo raccontato »,
          è memorabile soprattutto per la rappresentazione vivace e pungente del costume e
          della  mentalità  dei  sofisti.  Socrate  narra  di  aver  accompagnato  da  Protagora  il
          giovane Ippocrate, desideroso di seguire gli insegnamenti del celebre sofista. A casa

          di Callia, che li ospita, sono insieme con Protagora anche Prodico di Ceo e Ippia di
          Elide,  intenti  a  diffondere  in  atteggiamenti  grotteschi  il  loro  verbo  prezioso.
          Protagora parla passeggiando, sommerso dalla turba degli ammiratori. A Socrate che
          gli chiede che cosa egli propriamente si proponga di insegnare, Protagora risponde
          che il sofista insegna la virtû.  Sul tema della insegnabilità della virtù si sviluppa
          allora  la  discussione,  nella  quale  sono  coinvolti  in  varia  misura  anche  gli  altri
          presenti.  La  conclusione  è  che,  essendo  le  varie  virtù  tutte  riconducibili  alla

          sapienza, esse possono appunto per questo essere apprese. Ma è toccato proprio a
          Socrate dimostrare la tesi iniziale di Protagora, mentre il sofista, che ha mutato più
          volte  opinione  nel  corso  del  dibattito,  appare  umiliato  anche  sul  piano  della
          scaltrezza argomentativa dall’avversario.

          Quaderni del carcere, titolo dato agli scritti di A. Gramsci composti dal 1929 al
          1936 durante la sua detenzione e pubblicati per la prima volta in sei volumi dal 1948
          al 1951. Questi scritti, nonostante le dure condizioni in cui furono stesi e le enormi
          difficoltà  dell’autore  nel  reperimento  degli  strumenti  e  della  documentazione
          necessaria, costituiscono uno dei più significativi contributi allo sviluppo creativo
          del  marxismo  contemporaneo.  Le  riflessioni  gramsciane  si  svolgono  attorno  ad
          alcuni temi fondamentali, quali il rapporto tra marxismo e filosofia, il ruolo degli

          intellettuali e la formazione dello « spirito pubblico » nella tradizione letteraria e
          culturale nazionale, il problema della rivoluzione. Gramsci esamina inoltre aspetti
          particolari  della  cultura  e  della  storia  italiana,  quali  il  significato  dell’opera  di
          Machiavelli e del Risorgimento. Particolare importanza hanno le considerazioni di
          Gramsci  sul  problema  delle  alleanze  della  classe  operaia  («  blocco  storico  »)  e
          sull’organizzazione della cultura e sulla funzione nuova che dovrebbero assolvere gli

          intellettuali  (definizione  dell’«  intellettuale  organico  »).  Una  nuova  edizione  dei
          Quaderni  (Torino,  1975),  elimina  alcuni  inconvenienti  della  precedente.  Oltre  a
          essere  integrale,  essa  segue  l’ordine  cronologico,  dando  così  la  possibilità  di
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