Page 884 - Dizionario di Filosofia
P. 884

1643:  è  uno  dei  documenti  più  vivi  e  significativi  dell’individualismo

          rinascimentale, da collocarsi accanto alla Vita del Cellini, per la sincerità con cui è
          scritta: « Si direbbe che, nell’esame di se medesimo », scrive il Burckhardt, « egli
          non s’attenga ad altra norma, fuorché a quello schietto e sincero amore della verità,
          da cui era guidato in tutte le sue ricerche scientifiche ».

          Autobiografia del Vico (Vita di Giambattista Vico scritta da se medesimo), scritta
          tra  il  1725  e  il  1728:  in  essa  l’autore  ci  presenta  una  storia  della  propria  vita  e
          dell’evoluzione  del  suo  pensiero.  È  un’opera  vivace  e  scorrevole,  scritta  con
          schiettezza e con un tono di simpatica ingenuità.
          Azione  (L’)  [L’action,  Essai  d’une  critique  de  la  vie  et  d’une  science  de  la

          pratique], opera del filosofo francese Maurice Blondel, pubblicata nel 1893, in cui
          sono esposte le linee fondamentali del pensiero dell’autore. Per Blondel l’azione è
          la realtà immediata in cui l’uomo è inserito, e la sua presenza è già di per sé il segno
          di  una  sostanziale  positività  dell’esistenza,  perché  l’uomo,  pur  attraverso  tutte  le
          scelte possibili, nell’azione mira sempre a realizzare qualcosa e nessuno tende al
          nulla.  L’azione  ci  può  dare  il  senso  della  vita  non  immediatamente,  ma  piuttosto

          attraverso  la  tensione  del  suo  svolgersi,  che  consiste  nella  continua  espansione  e
          attuazione  di  mete,  le  quali  tuttavia  rimangono  sempre  inferiori  alla  spinta  della
          volontà che le ha fissate. Con la sua analisi dell’azione il Blondel mira a scoprire la
          concretezza  del  trascendente,  il  bisogno  umano  e  la  possibilità  di  vedere  nel  Dio
          della tradizione cristiana cattolica l’Essere capace di riempire il senso di vuoto che
          la volontà avverte come incolmabile. L’originalità dell’opera sta proprio in questo
          tentativo  di  giustificare  la  trascendenza  con  una  filosofia  dell’immanenza  e  della

          prassi.

          Bhagavadgītā  (Canto  del  Beato),  poema  di  circa  700  distici,  inserito  nel
          Mahābhārata.  Il  dio  Krishna,  che  si  è  trasformato  nel  cocchiere  di Arjuna,  dà  a
          questo eroe insegnamenti dedotti dalla filosofia e dallo yoga, che costituiscono una
          sintesi  dei  sei  sistemi  filosofici  indiani  (darśana)  e  si  possono  raggruppare  in
          precetti sulla conoscenza, la meditazione, la devozione e l’azione. È il testo sacro
          più venerato di tutta l’India.

          Breve  schizzo  dei  sistemi  di  filosofia  moderna  e  del  proprio  sistema,  opera
          postuma di Antonio Rosmini, pubblicata nel 1881, in cui il filosofo riprende i motivi
          dell’altra e più importante sua opera, Nuovo saggio sulla origine delle idee*.  Lo
          scritto polemizza con il sensismo e l’empirismo, che hanno in definitiva portato la

          filosofia a quello che il Rosmini chiama il soggettivismo kantiano e idealistico. A
          queste  filosofie  Rosmini  contrappone  la  sua  concezione,  mirante  a  ricuperare  il
          senso  dell’oggettivo  prendendo  in  esame  l’idea  più  generale  possibile  che  noi
          abbiamo,  e  che  non  può  derivarci  dall’esperienza:  l’idea  dell’« essere  ideale  o
          possibile ».
          Breviario di estetica, opera di Benedetto Croce, costituita dalla raccolta di quattro

          lezioni e pubblicata nel 1913. Lo scritto riprende e approfondisce l’argomento già
          trattato nell’Estetica. Contro le tesi positivistiche, Croce sostiene che il fatto estetico
   879   880   881   882   883   884   885   886   887   888   889