Page 867 - Dizionario di Filosofia
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norme  imposte  dalla  ragione  sono  caratteristiche  del  pensiero  greco  classico,

          ereditate dal neoplatonismo e dalla scolastica fino a san Tommaso. Enrico di Gand
          (XIII sec., nel solco di una tradizione mistica e antintellettualistica mai interrotta del
          tutto nella storia del cristianesimo, afferma il primato della volontà sull’intelletto,
          dell’amore  sulla  sapienza.  Agli  inizi  del XIV  sec.  Duns  Scoto  identifica  l’essenza
          divina nella volontà e sostiene che questa è condizionata nelle sue scelte solo da se
          stessa.  Poco  dopo  Guglielmo di  Occam  cancella  ogni  residuo  di  distinzione  fra

          intelletto e volontà e presenta l’azione di Dio come assolutamente indeterminata e
          gratuita:  perfino  odiare  Dio  potrebbe  divenire  atto  meritorio,  se  l’imperscrutabile
          volontà  divina  prescrivesse  un  tale  comportamento.  Anche  per  Cartesio  le  verità
          della geometria sono tali solo perché così ha « voluto » Dio: se egli avesse scelto le
          proposizioni  opposte,  esse  sarebbero  state  altrettanto  necessarie  e  legittime.
          Nell’attività conoscitiva dell’uomo l’affermare e il negare dipendono da un atto di
          volontà  e  l’errore  è  prodotto  dall’assenso  incautamente  concesso  (teoria

          volontaristica dell’errore). La nota tesi kantiana del primato della ragione pratica si
          colloca  anch’essa  nella  storia  del  volontarismo.  Con  Schopenhauer,  Nietzsche,
          Bergson, Blondel, Dilthey, James, ecc. la posizione volontaristica, mentre esprime
          tutto il suo potenziale eversivo e rinnovatore, lascia anche emergere le implicazioni
          talvolta torbide del suo antintellettualismo.
          • Il volontarismo come orientamento della psicologia sceglie a ipotesi di lavoro la

          tesi fondamentale del volontarismo filosofico. Si assume così che tutti i fatti psichici
          abbiano  una  struttura  analoga  agli  atti  di  volontà:  essi  rivelano  una  situazione  di
          carenza  e  di  disagio  e  tendono  al  suo  superamento.  Questo  schema  si  ritrova  in
          Wundt, in Fouillée, in James e in genere negli studiosi che hanno più o meno risentito
          dell’influenza del pragmatismo.

          VOLTAIRE  (François  Marie  AROUET,  detto),  scrittore  e  filosofo  francese  (Parigi
          1694-1778). Ultimo dei cinque figli di un notaio parigino, dal 1704 al 1711 studiò
          presso i gesuiti, dando prova di un ingegno precocissimo. In seguito fu introdotto dal
          suo padrino nella società parigina, che il giovane conquistò col suo spirito mordace
          e  brillante.  Preoccupato  per  questi  successi  sospetti,  il  padre  cercò  di  avviarlo
          all’avvocatura  e  poi  alla  carriera  diplomatica,  ma  dovette  farlo  rientrare  subito

          dall’Aia, per tagliare corto a una avventura amorosa. Alcuni versi irriverenti, diretti
          in particolare contro il reggente Filippo d’Orléans, costarono al giovane Arouet un
          anno di detenzione alla Bastiglia (1717-1718). Il successo dell’Edipo, rappresentato
          nel 1718, e del poema La Lega (1723), nel quale ultimo l’imprudente autore esaltava
          i protagonisti protestanti delle guerre di religione, gli procurò protezioni e pensioni,
          ma anche nuove inimicizie di potenti. Arricchitosi frattanto attraverso speculazioni
          fortunate  e  ormai  noto  col  nome  di  Voltaire  (anagramma  di  Arouet  le  Jeune),  lo

          scrittore incorse nelle ire del cavaliere di Rohan, offeso dai suoi sarcasmi. Il nobile
          lo  fece  bastonare  dai  servi  e  riuscì  a  farlo  rinchiudere  di  nuovo  nella  Bastiglia
          (1726). Voltaire ottenne la liberazione solo a patto di andare in esilio in Inghilterra.
          Il  soggiorno  inglese  (1726-1728)  fu  un  periodo  di  fondamentale  importanza  nella
          formazione  di  Voltaire,  che  frequentò  filosofi  come  Berkeley  e  Clarke  e  scrittori
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