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della morale, ha spostato sempre più nettamente l’analisi dall’indagine delle
disposizioni soggettive (o virtù) allo studio dei fondamenti e dell’ordine dei
cosiddetti valori. (V. VALORE.)
VISCHER (Friedrich Theodor), filosofo dell’arte tedesco (Ludwigsburg 1807 -
Gmunden 1887). Professore di estetica a Tubinga (1837), insegnò in seguito al
politecnico di Zurigo (1855), dove ebbe come collega F. De Sanctis, e a quello di
Stoccarda (1866-1877). Il suo pensiero estetico utilizza varie esperienze culturali,
inquadrandole abbastanza liberamente nelle forme della dialettica hegeliana. La sua
opera maggiore è l’Estetica, o Scienza del bello (1846-1857). — Suo figlio ROBERT
(Tubinga 1847 - Vienna 1933), anche lui filosofo dell’arte e storico della pittura, ha
un posto importante nella storia dell’estetica per le sue ricerche sul bello di natura,
da lui spiegato con la teoria della Einfühlung*. La sua dottrina estetica è esposta nel
volume Tre scritti sul problema della forma estetica (1927).
VITA. Le teorie elaborate nel corso dei secoli per chiarire l’essenza della vita
possono essere raccolte, secondo Y. Delage, in quattro gruppi: 1. teorie che spiegano
la vita in chiave metafisica; come l’animismo puro di Aristotele, Platone,
sant’Agostino, Van Helmont e Stahl; il nisus formativus di Blumenbach e di
Needham, il principio vitale di Barthez e della scuola di Montpellier che, in epoca
attuale, sopravvivono nel neovitalismo; 2. teorie preformistiche, secondo cui la vita
non è che lo sviluppo di germi inseriti gli uni negli altri dalla comparsa delle specie
viventi. Il primo individuo di ogni specie avrebbe contenuto in sé tutti i germi che
tale specie ha prodotto e produrrà sino alla fine del mondo. I sostenitori di queste
teorie venivano shiamati ovisti e animalculisti secondo che ritenessero i germi
compresi nell’uovo o nello spermatozoo; 3. teorie micromeristiche secondo cui « la
vita è il risultato delle proprietà di particelle speciali, elementi iniziali della materia
vivente » (Delage). Alcune di queste teorie ammettono l’immortalità di tali particelle
elementari, ma la maggior parte ne postula la distruzione dopo la morte. Tra queste
teorie occorre ancora distinguere quelle per cui tutte le particelle hanno la stessa
natura, quelle per cui le molecole, non rappresentative, sono semplicemente
molecole chimiche di complessità crescente e infine quelle per cui le particelle sono
puramente rappresentative dei plasmi ancestrali, delle cellule del corpo o dei
caratteri e delle proprietà elementari dell’organismo; 4. teorie organicistiche
secondo le quali la vita, la forma corporea, le proprietà e le caratteristiche delle
diverse parti sono determinate dall’interazione di tutti gli elementi dell’organismo
stesso: cellule, tessuti, organi.
Queste teorie hanno un interesse esclusivamente storico in quanto le ricerche
biologiche attuali sono focalizzate sulla sintesi della materia vivente che è
all’origine della vita. Infatti la sintesi delle prime molecole proteiche si realizzò a
partire da costituenti inorganici.
• Vita speculativa o contemplativa, la vita vissuta come ricerca o contemplazione
della verità, in contrapposizione con la vita attiva o pratica. (Aristotele,
riprendendo Platone, afferma nell’Etica Nicomachea la superiorità del bíos
theōrētikós sul bíos praktikós. Analogamente, nel pensiero moderno, Fichte, Hegel e