Page 864 - Dizionario di Filosofia
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della  morale,  ha  spostato  sempre  più  nettamente  l’analisi  dall’indagine  delle

          disposizioni  soggettive  (o  virtù)  allo  studio  dei  fondamenti  e  dell’ordine  dei
          cosiddetti valori. (V. VALORE.)
          VISCHER  (Friedrich  Theodor),  filosofo  dell’arte  tedesco  (Ludwigsburg  1807  -
          Gmunden  1887).  Professore  di  estetica  a  Tubinga  (1837),  insegnò  in  seguito  al

          politecnico di Zurigo (1855), dove ebbe come collega F. De Sanctis, e a quello di
          Stoccarda (1866-1877). Il suo pensiero estetico utilizza varie esperienze culturali,
          inquadrandole abbastanza liberamente nelle forme della dialettica hegeliana. La sua
          opera maggiore è l’Estetica, o Scienza del bello (1846-1857). — Suo figlio ROBERT
          (Tubinga 1847 - Vienna 1933), anche lui filosofo dell’arte e storico della pittura, ha
          un posto importante nella storia dell’estetica per le sue ricerche sul bello di natura,
          da lui spiegato con la teoria della Einfühlung*. La sua dottrina estetica è esposta nel

          volume Tre scritti sul problema della forma estetica (1927).
          VITA.  Le  teorie  elaborate  nel  corso  dei  secoli  per  chiarire  l’essenza  della vita
          possono essere raccolte, secondo Y. Delage, in quattro gruppi: 1. teorie che spiegano
          la  vita  in  chiave  metafisica;  come  l’animismo  puro  di  Aristotele,  Platone,
          sant’Agostino,  Van  Helmont  e  Stahl;  il nisus  formativus  di  Blumenbach  e  di

          Needham, il principio vitale di Barthez e della scuola di Montpellier che, in epoca
          attuale, sopravvivono nel neovitalismo; 2. teorie preformistiche, secondo cui la vita
          non è che lo sviluppo di germi inseriti gli uni negli altri dalla comparsa delle specie
          viventi. Il primo individuo di ogni specie avrebbe contenuto in sé tutti i germi che
          tale specie ha prodotto e produrrà sino alla fine del mondo. I sostenitori di queste
          teorie  venivano  shiamati ovisti  e animalculisti  secondo  che  ritenessero  i  germi
          compresi nell’uovo o nello spermatozoo; 3. teorie micromeristiche secondo cui « la

          vita è il risultato delle proprietà di particelle speciali, elementi iniziali della materia
          vivente » (Delage). Alcune di queste teorie ammettono l’immortalità di tali particelle
          elementari, ma la maggior parte ne postula la distruzione dopo la morte. Tra queste
          teorie occorre ancora distinguere quelle per cui tutte le particelle hanno la stessa
          natura,  quelle  per  cui  le  molecole,  non  rappresentative,  sono  semplicemente

          molecole chimiche di complessità crescente e infine quelle per cui le particelle sono
          puramente  rappresentative  dei plasmi  ancestrali,  delle  cellule  del  corpo  o  dei
          caratteri  e  delle  proprietà  elementari  dell’organismo;  4.  teorie  organicistiche
          secondo le quali la vita, la forma corporea, le proprietà e le caratteristiche delle
          diverse parti sono determinate dall’interazione di tutti gli elementi dell’organismo
          stesso: cellule, tessuti, organi.
          Queste  teorie  hanno  un  interesse  esclusivamente  storico  in  quanto  le  ricerche
          biologiche  attuali  sono  focalizzate  sulla  sintesi  della  materia  vivente  che  è

          all’origine della vita. Infatti la sintesi delle prime molecole proteiche si realizzò a
          partire da costituenti inorganici.
          • Vita speculativa  o contemplativa, la vita vissuta come ricerca o contemplazione
          della  verità,  in  contrapposizione  con  la  vita attiva  o pratica.  (Aristotele,
          riprendendo  Platone,  afferma  nell’Etica  Nicomachea  la  superiorità  del bíos

          theōrētikós sul bíos praktikós. Analogamente, nel pensiero moderno, Fichte, Hegel e
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