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con lo pseudonimo di Severinus de Monzambano, lo co-strinsero nel 1670 a esulare
in Svezia dove, professore nell’università di Lund, nel 1672 pubblicò il De iure
naturae et gentium, opera fondamentale sul diritto naturale internazionale. Per il
Pufendorf il fondamento di ogni istituzione (dalla proprietà, alle successioni, alla
famiglia, allo Stato) è una volontà contrattuale derivante dai rapporti di socialità.
Mentre il diritto sorge da una volontà contrattuale umana, la morale e il diritto
naturale provenienti da uno stato di natura come forma di vita dotata di una certa
razionalità non possono essere in contrasto con il diritto positivo, essendo questo
niente altro che diritto naturale fatto valere dalla forza dello Stato. Il Pufendorf
ammette tuttavia la possibilità, da parte dello Stato, di sospendere o modificare
legittimamente il diritto naturale, onde attuare i propri fini. In tal modo la concezione
di Pufendorf si aprì alla visione di uno Stato assolutistico illuminato. (V.
GIUSNATURALISMO.)
Bibliogr.: Principi di diritto naturale, a cura ai N. Bobbio, Torino 1943; su P.: E.
Wo l f , Grotius, Pufendorf, Thomasius, Tubinga 1927; H. Welzel, Die
Naturrechtslehre Samuel Pufendorfs, Berlino 1958; N. Bobbio, Leibniz e
Pufendorf, « Rivista di filosofia », 1947; L. Krieger, The politics of discretion:
Pufendorf and the acceptance of natural law, Chicago 1965.
PURO. Nella filosofia di Kant, ragion pura, la ragione considerata come fonte dei
principi e delle forme a priori. • Io puro, per Fichte, l’assoluto come soggettività
creatrice. • Atto puro (una delle formule definitorie di Dio in Aristotele), per
Gentile, lo spirito come attività assolutamente incondizionata.
PURUSA (in sanscrito, uomo), essere primordiale delle antiche mitologie indiane.
Nel Rg Veda è l’uomo primigenio, gigante che si offre in sacrificio agli dei: dal suo
corpo smembrato nascono le varie parti dell’universo, gli dei Indra e Agni, le quattro
caste degli uomini e gli inni dei Veda. Nella Brhadāranyakā-upanisad esso dà
origine all’universo generando da sé un essere femminile con cui genera poi tutte le
cose. Nella filosofia sānkhya, il Purusa è l’anima increata, inattiva, spettatrice
impassibile dell’eterno divenire della natura, dalla quale è completamente disgiunta:
il riconoscimento di tale separazione porta alla liberazione dal ciclo delle
reincarnazioni.