Page 682 - Dizionario di Filosofia
P. 682
empirica o sperimentale spiega come, in contrasto con l’evoluzione selettiva delle
teorie scientifiche, le varie metafisiche possano tutte coesistere (tale almeno è
l’apparenza) con un uguale diritto alla vita.
PROVVISORIA (MORALE). L’insieme delle regole di condotta, alle quali Cartesio, nel
Discorso sul metodo*, si impegna ad attenersi, finché sarà in corso il processo di
ricerca fondato sul dubbio metodico. (Egli ne enuncia così i quattro precetti
fondamentali: 1. « obbedire alle leggi e ai costumi del mio paese »; 2. « essere il più
fermo e risoluto possibile nelle mie azioni »; 3. « cercare di vincere piuttosto me
stesso che la fortuna e di cambiare i miei desideri piuttosto che l’ordine del mondo,
e in genere abituarmi a credere che non c’è nulla che sia veramente in potere
dell’uomo, al di fuori dei suoi pensieri »; 4. « coltivare la mia ragione ».)
PSEUDOCONCETTO. Termine usato da B. Croce per definire i concetti non forniti dei
caratteri dell’universalità e della concretezza, propri dei concetti puri. Si
distinguono in pseudoconcetti empirici, che rappresentano dati della realtà (es. casa,
gatto, ecc.) e sono dotati della concretezza, ma non dell’universalità, e in
pseudoconcetti astratti, utilizzati dalle scienze matematiche (es. punto, retta), che
sono forniti invece di universalità ma non di concretezza.
PSICOANÀLISI. Indagine psicologica basata sull’interpretazione dei contenuti psichici
profondi, estranei al campo della coscienza, e sulla loro azione nei confronti del
comportamento normale o patologico, • Metodo terapeutico per la cura delle
psiconevrosi basato su tale indagine. • Teoria psicologica formulata da S. Freud (che
dopo il 1902 l’elaborò con Abrahams, Ferenczi, Jung, Rank, Stekel, Jones, Adler).
Benché il metodo psicoanalitico (catartico) fosse stato in un primo tempo presentato
dai suoi ideatori come una tecnica di trattamento sintomatico delle manifestazioni
isteriche, la psicoanalisi si differenzia dagli altri metodi psicoterapeutici perché
tende ad agire sul processo morboso che determina la sintomatologia stessa. Ciò ha
portato ovviamente allo studio di tali processi morbosi, delle loro cause, della loro
natura e delle leggi che li regolano e questa ricerca ha progressivamente sviluppato
anche un interesse puramente teoretico che prese poi il sopravvento su quello
terapeutico iniziale allorché fu chiarito che i meccanismi e le forze studiati esistono
e agiscono anche negli individui normali determinando molte manifestazioni
coscienti ritenute casuali e non indagabili scientificamente. La psicoanalisi sconfinò
così nell’ambito della psicologia normale che arricchì di una gran massa di
conoscenze relative alla parte meno accessibile della personalità, il che le valse le
definizioni di psicologia degli strati profondi (Bleuler) e scienza dell’inconscio
psichico (Freud).
L’evoluzione della psicoanalisi, quale appare dagli scritti di Freud successivi al
1893, si articola essenzialmente in due fasi: la prima (1893-1905) corrisponde
cronologicamente all’attività personale di Freud quale ricercatore isolato, e
contenutisticamente a quella parte della psicoanalisi comune a tutte le scuole
psicoanalitiche; la seconda (successiva al 1905) corrisponde alla formazione delle
varie scuole dissidenti e quindi è propria della psicoanalisi di Freud. La dottrina
psicoanalitica elaborata da Freud è nata dall’esigenza di spiegare dinamicamente la