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moderna può essere considerato W. Wundt, che utilizzò il principio del parallelismo

          psicofisico, negando ogni interazione di anima e di corpo e sostenendo il principio
          di una causalità psichica autonoma da quella fisica, dotata di proprie leggi. Wundt
          formò  intorno  a  sé  una  vera  e  propria  scuola;  nel  1879  aprì  a  Lipsia  il  primo
          laboratorio di psicologia sperimentale e nel 1882 fondò la prima rivista dedicata
          interamente alla psicologia.
          L’orientamento dominante della psicologia europea nella seconda metà del XIX sec.

          fu l’associazionismo*, nato un secolo prima in Inghilterra, a opera soprattutto di D.
          Hartley,  ma  maturatosi  e  sistematizzatosi  alla  luce  della  filosofia  positivistica  ed
          evoluzionistica. Secondo tale concezione, rappresentata tra l’altro da James Mill e
          da  H.  Spencer,  ogni  processo  psichico  è  una  somma  scomponibile  degli  elementi
          semplici che si associano meccanicamente tra loro a co-stituirlo.
          Negli Stati Uniti d’America venne elaborato invece il behaviorismo*, fondato sulla
          rinuncia  dell’introspezione  e  l’analisi  sperimentale  del  comportamento,  sia  umano

          sia  animale,  il  quale  costituisce  ancora  la  corrente  dominante  nella  cultura
          psicologica nordamericana.
          Dalla  contestazione  critica  dell’associazionismo,  iniziata  alla  fine  del XIX  sec.  in
          seguito a talune osservazioni fondamentali compiute da C. von Ehrenfels intorno al
          fenomeno della percezione dei suoni (melodia), prese avvio la cosiddetta psicologia
          della  forma  (Gestaltpsychologie),  la  quale,  contrariamente  alle  teorie

          associazionistiche,  nega  la  scomponibilità  dei  processi  percettivi  in  nome  di
          un’originaria struttura sintetica dei contenuti stessi della percezione. La teoria della
          Gestalt (che significa appunto « struttura » o « forma ») costituisce tuttora uno degli
          indirizzi più vivi e fecondi della psicologia contemporanea.
          La psicologia moderna comprende vari campi di ricerca difficilmente delimitabili.
          Esistono però due principali indirizzi di studi catalogati come psicologia generale e
          psicologia  individuale  (o differenziale);  il  primo,  più  tradizionale,  concerne  gli

          individui  in  genere,  prescindendo  dalle  differenze  tra  soggetto  e  soggetto  e  si
          prefigge  lo  scopo  di  chiarire  le  leggi  generali  che  sono  alla  base  delle  attività
          mentali umane mentre il secondo, più nuovo e in netto incremento, è centrato sulle
          differenze individuali.
          La  psicologia  generale  ha  per  oggetto  l’attività  psichica  dell’«  adulto  normale  »,

          quello cioè le cui reazioni psichiche entrano nei limiti comuni di variabilità della
          popolazione  di  cui  è  parte;  pertanto  dopo  aver  distinto  e  classificato  le  forme
          basilari degli stati e dei processi psichici, tende a chiarirne le leggi e i rapporti, a
          definirli fenomenologicamente.
          Tuttavia  il  fatto  che  l’uomo  sia  un  organismo  integrato  in  una  collettività  che  lo
          socializza progressivamente ha determinato la necessità di studiare le attività mentali
          di  individui  riuniti  da  caratteristiche  comuni,  ad  es.  di  età  (psicologia  dell’età
          evolutiva,  dell’adulto,  dell’età  involutiva  o  senile).  La  psicologia  differenziale

          inoltre  si  distingue  da  quella  generale  perché  il  suo  campo  di  indagini  si  estende
          ampiamente nell’ambito dell’anormalità, sia studiando le deviazioni sia portando su
          un piano applicativo i risultati di tali studi (psicologia clinica).
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