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che esseri uguali e liberi possano accettare ». Così le grandi unità di produzione
industriale si trasformerebbero in libere associazioni di lavoratori; i lavoratori
scambierebbero fra loro i beni e i servizi al prezzo di costo; la soppressione
dell’interesse e del profitto assicurerebbe la fusione delle classi, dando origine a una
nuova, unica classe media, « che non ha… né rendita, né salario, ma inventa,
intraprende, valorizza, produce, scambia … ».
Fra le altre opere: Organizzazione del credito e della circolazione. Soluzione del
problema sociale (1848), Le confessioni di un rivoluzionario (1849), L’idea
generale della rivoluzione nel XIX secolo (1851), La guerra e la pace (1861),
Della capacità politica delle classi operaie (1865).
Bibliogr.: Oeuvres complètes, 26 voll., Parigi 1867-1871; in italiano: La
celebrazione della domenica, Firenze 1904; La filosofia della miseria, a cura di F.
Valori, Roma 1945; Che cos’è la proprietà?, a cura di U. Cerroni, Bari 1967; La
giustizia nella rivoluzione e nella chiesa, a cura di M. Albertini, Torino 1968; su
P.: C. A. Saint-Beuve, P.-J. Proudhon. Sa vie et sa correspondence, Parigi 1872; E.
Dolléans, La rencontre de Proudhon et de Marx, « Revue d’histoire moderne »,
1936; L. Maury, La pensée vivante de Proudhon, 2 voll., Parigi 1945; E. Dolléans e
J. L. Puech, Proudhon et la révolution du 1848, Parigi 1948; G. Gurvitch,
Proudhon, Parigi 1965; P. Ansart, Sociologie de Proudhon, Parigi 1967.
PROVA. Nella logica, procedimento di verifica o di convalida di un’asserzione,
condotto secondo metodi accertati come validi. Esistono parecchi generi di prova.
Dimostrazioni apodittiche vere e proprie sono possibili solo nell’ambito di scienze
non empiriche. In questo caso basta mostrare con la deduzione (e cioè con la
costruzione di una congrua catena di proposizioni intermedie) che la proposizione da
provare è identica a un’altra di verità riconosciuta. Nel Tractatus logico-
philosophicus di Wittgenstein è detto, con evidente intenzione riduttiva: « La prova
in logica è solo un espediente meccanico per riconoscere più agevolmente la
tautologia, quando è complicata ». La verità di un’affermazione di fatto è provata
dalle osservazioni dirette o dalle testimonianze. Le condizioni di validità delle prove
sono definite dalle metodologie particolari adottate dalle singole discipline. Nelle
scienze naturali si fa riferimento a protocolli* di osservazione, includenti, tutte le
volte che sia possibile, la registrazione quantitativa del fenomeno (misura). Nella
storiografia assume particolare forza probante la concordanza di documenti e di fonti
reciprocamente indipendenti.
La validità di un’ipotesi, infine, viene provata mostrando che questa implica solo
conseguenze già verificate. Ogni ipotesi diversa, che implicasse le stesse
conseguenze, sarebbe d’altronde parimenti accettabile. Un’ipotesi contraddetta
dall’esperienza non trova posto nelle scienze della natura. D’altra parte una ipotesi
confermata dall’esperienza è sempre ammessa come interpretazione provvisoria di
un certo numero di dati e non viene mai considerata come definitiva. La verifica
sperimentale è un fattore di progresso nella misura in cui opera una selezione fra
tutte le varie ipotesi compossibili a un precedente stadio della ricerca.
Il fatto che la metafìsica sia costituita da proposizioni non suscettibili di verifica