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genesi e lo svolgimento del conflitto psichico, che si svolge all’insaputa del
soggetto, fuori dalla sfera cosciente, e che sta alla base del disturbo mentale;
comprende: 1. un procedimento analitico relativo ai processi mentali, altrimenti
inaccessibili; 2. un metodo di trattamento dei disordini nevrotici basato sui dati
ricavati da tale analisi; 3. un insieme di informazioni psicologiche ottenute coi
metodi suddetti che hanno reso possibile a Freud di elaborare una concezione
generale della vita psichica che costituisce l’oggetto della dottrina psicoanalitica (v.
FREUD). Il procedimento analitico dura due-tre anni e comporta 100-150 sedute in
cui il paziente, sdraiato su un lettino, in un ambiente tranquillo espone all’analista
(che lo stimola con opportuni interventi), indiscriminatamente tutti i pensieri che gli
vengono alla mente eliminando qualsiasi forma di controllo cosciente e di attività
critica. Questa associazione libera di idee, eliminando le difese coscienti dell’io,
permette all’analista di conoscere e interpretare il significato inconscio dei pensieri
involontari che, avendo spesso il ruolo di elementi perturbatori, vengono rimossi
dalla coscienza. La conoscenza dell’inconscio viene poi integrata dall’esame dei
sogni, dei lapsus, degli atti mancati. Il metodo terapeutico, oltre che
sull’interpretazione del comportamento e dei sintomi morbosi, ricavato dal materiale
suddetto, è basato sull’analisi del transfert (che ne costituisce la caratteristica
peculiare), ossia degli atteggiamenti del malato in origine diretti verso altre persone
e che nel corso del trattamento vengono trasferiti sullo psicoanalista. Mediante il
transfert infatti il soggetto rivive le situazioni d’angoscia e di difesa dell’infanzia,
realizzando così la nevrosi di transfert, la cui interpretazione costituisce il nucleo del
trattamento.
La psicoanalisi è stata anche applicata al bambino, in quanto permette di ricostruire
e comprendere le prime posizioni della vita psichica (la genesi della « relazione
oggettuale » mette in luce l’importanza degli apporti materni nell’organizzazione
psicologica del fanciullo sottolineando la gravità della carenza affettiva precoce), e
ha apportato contributi all’etnologia, alla sociologia, all’antropologia culturale.
Mentre la prima psicoanalisi tendeva essenzialmente all’esplorazione
dell’inconscio, quella odierna è centrata sull’edificazione di una psicologia dell’io,
la cui genesi viene studiata sotto prospettive diverse. Tra le correnti attuali della
psicoanalisi particolare rilievo ha la scuola britannica, che fa capo a Melanie Klein,
che tenta di raggiungere livelli inconsci più profondi emergenti da un passato più
rimosso; e la corrente statunitense, di cui l’esponente principale è Karen Horney, che
pone l’accento sui conflitti attuali tra l’individuo e il suo ambiente.
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