Page 683 - Dizionario di Filosofia
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genesi  e  lo  svolgimento  del  conflitto  psichico,  che  si  svolge  all’insaputa  del

          soggetto,  fuori  dalla  sfera  cosciente,  e  che  sta  alla  base  del  disturbo  mentale;
          comprende:  1.  un  procedimento  analitico  relativo  ai  processi  mentali,  altrimenti
          inaccessibili;  2.  un  metodo  di  trattamento  dei  disordini  nevrotici  basato  sui  dati
          ricavati  da  tale  analisi;  3.  un  insieme  di  informazioni  psicologiche  ottenute  coi
          metodi  suddetti  che  hanno  reso  possibile  a  Freud  di  elaborare  una  concezione
          generale della vita psichica che costituisce l’oggetto della dottrina psicoanalitica (v.

          FREUD). Il procedimento analitico dura due-tre anni e comporta 100-150 sedute in
          cui il paziente, sdraiato su un lettino, in un ambiente tranquillo espone all’analista
          (che lo stimola con opportuni interventi), indiscriminatamente tutti i pensieri che gli
          vengono alla mente eliminando qualsiasi forma di controllo cosciente e di attività
          critica.  Questa associazione libera di idee, eliminando le difese coscienti dell’io,
          permette all’analista di conoscere e interpretare il significato inconscio dei pensieri
          involontari  che,  avendo  spesso  il  ruolo  di  elementi  perturbatori,  vengono  rimossi

          dalla  coscienza.  La  conoscenza  dell’inconscio  viene  poi  integrata  dall’esame  dei
          sogni,      dei lapsus,  degli  atti  mancati.  Il  metodo  terapeutico,  oltre  che
          sull’interpretazione del comportamento e dei sintomi morbosi, ricavato dal materiale
          suddetto,  è  basato  sull’analisi  del  transfert  (che  ne  costituisce  la  caratteristica
          peculiare), ossia degli atteggiamenti del malato in origine diretti verso altre persone
          e  che  nel  corso  del  trattamento  vengono  trasferiti  sullo  psicoanalista.  Mediante  il

          transfert infatti il soggetto rivive le situazioni d’angoscia e di difesa dell’infanzia,
          realizzando così la nevrosi di transfert, la cui interpretazione costituisce il nucleo del
          trattamento.
          La psicoanalisi è stata anche applicata al bambino, in quanto permette di ricostruire
          e  comprendere  le  prime  posizioni  della  vita  psichica  (la  genesi  della  «  relazione
          oggettuale  »  mette  in  luce  l’importanza  degli  apporti  materni  nell’organizzazione
          psicologica del fanciullo sottolineando la gravità della carenza affettiva precoce), e

          ha apportato contributi all’etnologia, alla sociologia, all’antropologia culturale.
          Mentre      la    prima      psicoanalisi      tendeva      essenzialmente        all’esplorazione
          dell’inconscio, quella odierna è centrata sull’edificazione di una psicologia dell’io,
          la cui genesi viene studiata sotto prospettive diverse.  Tra le correnti attuali della
          psicoanalisi particolare rilievo ha la scuola britannica, che fa capo a Melanie Klein,

          che tenta di raggiungere livelli inconsci più profondi emergenti da un passato più
          rimosso; e la corrente statunitense, di cui l’esponente principale è Karen Horney, che
          pone l’accento sui conflitti attuali tra l’individuo e il suo ambiente.
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