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Althusius  e  lo  sviluppo  storico  delle  teorie  politiche  giusnaturalistiche,  Torino

          1943;  G.  Passerin  D’Entrèves, La  dottrina  del  diritto  naturale,  Milano  1954;  P.
          Piovani, Giusnaturalismo ed etica moderna, Bari 1961.
          ALTHUSSER (Louis), filosofo francese (Birmandreis, Algeria, 1918). Fu fortemente
          influenzato  dalle  dottrine  epistemologiche  francesi  e  dai  sistemi  e  metodi  dello

          strutturalismo. La sua interpretazione della filosofia scientifica di Marx ha causato
          discussioni e contrasti fra i marxisti di tutta  Europa: egli nega l’esistenza di un «
          umanesimo  »  marxista  e  afferma  che  il  giovane  Marx  non  è  mai  stato  hegeliano.
          Secondo  Althusser,  esisterebbe  in  Marx  una  rottura  tra  il  periodo  precedente
          L’ideologia tedesca del 1845, definito « ideologico », e quello seguente, definito «
          scientifico  ».  Per  quanto  riguarda  i  rapporti  tra  dialettica  hegeliana  e  dialettica
          marxiana,  egli  sostiene  non  il  rovesciamento,  ma  la  radicale  eterogeneità  della

          seconda rispetto alla prima.
          Bibliogr.: Montesquieu, la politique et l’histoire,  Parigi 1959; Lire le Capital, in
          collaborazione con J. Rancière, P. Macherey, E. Balibar e R. Establet, 2 voll., Parigi
          1965  (trad.  it.  parziale:  Milano  1968); Pour  Marx,  Parigi  1965  (trad.  it.:  Roma

          1969); Lénine et la philosophie, Parigi 1969.
          ALTRO. Il problema dell’eltro, inteso come altro soggetto, altra esistenza all’infuori
          e  in  opposizione  alla  mia  coscienza,  al  mio io (V.  ALTERITÀ),  costituisce  un  tema
          fondamentale delle filosofie esistenzialistiche. In particolare, in Jean-Paul Sartre, sia
          nelle analisi della sua opera L’essere e il nulla come pure nei romanzi e nelle opere
          teatrali, ritorna continuamente il tema dell’essere-peraltri. L’altra esistenza è tale in

          quanto non è la mia: questa negazione è la struttura costitutiva dell’essere altri; ma la
          negazione è reciproca; non solo io devo negare di me l’altro, perché l’altro esista,
          ma  bisogna  ancora  che  l’altro  neghi  me  di  lui  stesso,  simultaneamente  alla  mia
          negazione. L’apparizione dell’esistenza altrui nullifica la mia esistenza come tale, la
          riduce  a  un oggetto.  Sartre  analizza  quindi  tutti  i  rapporti  dell’essere-per-sé  con
          l’altro (rapporti di amore, contrasto di più libertà in cui ciascuna cerca di possedere

          l’altra in quanto tale, ecc.), concludendo che tutti questi tentativi, il cui fine è assurdo
          e contraddittorio, sono destinati al fallimento e allo scacco.
          ALTRUISMO.  Il  porre  disinteressatamente  come  fine  delle  proprie  azioni  il  bene
          altrui. Il termine, creato verso il 1830 da Augusto Comte, si contrappone a egoismo.
          Tuttavia, nei sistemi positivistici, è stato messo in rilievo che l’altruismo e un istinto
          naturale  non  meno  che  l’egoismo:  mentre  questo  tende  alla  conservazione

          dell’individuo, l’altruismo è alla base della conservazione della specie (per es., il
          sacrificio  dei  genitori  per  formare  e  proteggere  la  prole)  e,  nelle  sue  forme  più
          evolute, del mantenimento e dello sviluppo della società umana.

          AMMÒNIO,  in  gr. Ammonios,  soprannominato Sacca,  poiché  in  gioventû  aveva
          esercitato il mestiere di facchino (sakkophóros), filosofo greco della fine del II sec.
          e inizio del III sec. È considerato il fondatore della scuola neoplatonica, ma non ha
          lasciato  nulla  di  scritto.  Di  famiglia  cristiana,  sarebbe  ritornato  al  paganesimo  in
          seguito alla lettura dei filosofi greci; insegnò con grande successo ad Alessandria ed
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