Page 670 - Dizionario di Filosofia
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accezione a « idea innata »; nel secondo da Durkheim, con un ambito di significato

          press’a poco identico a quello di « pregiudizio ».
          PRESOCRÀTICO.  Il  termine  significa,  oltre  che  «  anteriore  a  Socrate  »  in  senso
          cronologico, in riferimento cioè a quelle scuole filosofiche del più antico pensiero
          greco che fiorirono prima di Socrate, anche « anteriore a Socrate » dal punto di vista

          del processo di sviluppo di tale pensiero, in riferimento alla linea di demarcazione
          fissata al suo interno dall’opera socratica. Questa periodizzazione, che risale a E.
          Zeller, si fonda sulla constatazione che i più antichi filosofi greci, eccezione fatta per
          i sofisti (per altro contemporanei di Socrate e non da tutti gli studiosi compresi fra i
          presocratici),  volsero  la  loro  attenzione  di  pensatori  prevalentemente  al  mondo
          fisico (oggettività), allo scopo di ritrovare un’unità che ne spiegasse l’origine e ne
          garantisse  l’ordinato  svolgersi  (problema  cosmologico).  Tali  filosofiscienziati,
          appartenenti a varie scuole (ionica, pitagorica, eleatica, atomistica, ecc.) sono stati

          definiti perciò a partire da Aristotele fisiologi (physiológoi), filosofi della natura,
          ecc.  Con  Socrate,  invece,  al  centro  dell’interesse  è  posto  l’uomo,  ovvero  la
          soggettività  con  i  suoi  numerosi  problemi,  e  prima  di  tutti  quello  gnoseologico
          (ovvero  della  conoscenza)  e  quello  etico  (ovvero  della  virtù):  al  momento
          cosmologico  subentra  così  il  momento  antropologico.  D’altro  canto  il  relativismo

          dei sofisti sarebbe la naturale reazione al dogmatismo fisico dei naturalisti.
          A questa linea interpretativa, accolta ancora oggi da numerosi storici della filosofia,
          fu contrapposta fin dal secolo scorso (Nietzsche) quella volta a negare nel più antico
          pensiero  greco  la  presenza  di  un  indirizzo  prettamente  scientifico,  e  a  cogliervi
          piuttosto un atteggiamento perennemente preoccupato del divino, del soprannaturale,
          in  coerenza  con  una  lettura  in  tal  senso  di  tutto  lo  spirito  greco.  Una  terza
          interpretazione fu infine elaborata alla luce del neoumanesimo tedesco a partire da
          Wilamowitz; per essa il pensiero dei presocratici sarebbe il primo passo sulla via

          ininterrotta della formazione della cultura greca e della fissazione dei suoi ideali, e
          la loro fisica (particolarmente la ricerca dell’arché o principio di tutte le cose) una
          forma di metafisica in nuce.

          Bibliogr.: H. Diels, Die Fragmente der Vorsokratiker, a cura di W. Kranz, Berlino
          1956;  in  italiano  una  traduzione  parziale  è  stata  curata  da  Q.  Cataudella,  Padova
          1958 e un’altra raccolta è quella a cura di A. Pasquinelli, I presocratici, frammenti
          e testimonianze, Torino 1958. Sul pensiero p.: H. Cherniss, Aristotle’s criticism of
          presocratic philosophy,  Baltimora  1934; A.  Covotti, I presocratici,  Napoli 1934;
          W.  Jaeger, The  theology  of  the  early  greek  philosophy,  Londra  1947  (trad.  it.:
          Firenze 1961); F.M. Cornford, From religion to philosophy, Nuova York 1957: E.
          Paci, Storia del pensiero presocratico, Torino 1957; S. Zeppi, Studi sulla filosofia

          presocratica,  Firenze  1962;  J.  M.  Robinson, An  introduction  to  early  greek
          philosophy,  Boston  1968;  G.  Colli, La  sapienza  greca,  Milano  1977  sgg.
          (incompiuta),  ripresenta  criticamente  il  materiale  tradizionale,  allargandone
          notevolmente il campo.

          PRETI (Giulio), filosofo italiano (Pavia 1911 - Djerba, Tunisia, 1972). Dopo aver
          studiato a Pavia e a Milano, dove fu allievo di Banfi, occupò la cattedra di filosofia
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