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tra le proporzioni del corpo umano e quelle dell’universo o corpo cosmico.)
PRASSI (gr. prâxis). Secondo Aristotele, l’azione morale, in contrapposizione alla
poiesi*; più genericamente, l’azione, contrapposta all’attività teorica o teoretica. •
Filosofia della prassi o della praxis, è stato considerato il materialismo dialettico
per la sua concezione della storia, quale attività umana trasformatrice del reale. •
Rovesciamento della prassi o della praxis, formula usata da Engels per indicare
l’azione consapevole dell’uomo, che reagisce alla struttura* e modifica i rapporti di
produzione e di lavoro.
PRATICO. Per Kant, « tutto ciò che è possibile per mezzo della libertà ». Ragion
pratica è quindi la dottrina dell’azione umana, in quanto determinata dal libero
arbitrio; essa si contrappone alla ragion pura, sulla quale ha il primato.
PRAXIS. Termine greco usato frequentemente nel linguaggio del materialismo
dialettico in luogo di prassi*.
PREDELINEAZIONE. Concezione di Leibniz, secondo la quale nella natura di ogni
monade risiede la « ragione sufficiente » di tutto il futuro di essa, senza che, tuttavia,
a giudizio del filosofo, regni la predestinazione.
PREDETERMINISMO. Concezione secondo la quale le azioni, considerate come fatti
oggettivi, hanno la loro ragione sufficiente nella serie degli avvenimenti antecedenti.
(È usato in questo senso da Kant.)
PREDICABILE. Nella logica, si dice di tutto ciò che è riferibile come predicato a un
soggetto: Il termine « animale » è predicabile tanto dell’uomo quanto della bestia.
• Predicabili (lat. praedicabilia), per gli scolastici gli universali, in quanto predicati
possibili di più soggetti. (Deriva da Porfirio la classificazione dei predicabili in
genere, specie, differenza, proprio e accidente.) • Predicabili della ragion pura,
per Kant i concetti dell’intelletto che possono essere dedotti a priori dalle categorie
(ad es. i concetti di forza, azione e passione, derivati dalla categoria della causalità).
PRELÒGICO. Lévy-Bruhl ha sostenuto che il pensiero dei primitivi sarebbe guidato da
principi del tutto differenti da quelli che regolano il pensiero dell’uomo civilizzato.
Nella mentalità primitiva, essenzialmente mistica e fondata sulla partecipazione*,
non opererebbero fra l’altro né il principio di non-contraddizione, né quello di
causalità. Tale mentalità prelogica ricomparirebbe nell’uomo civilizzato in
esperienze eccezionali, come quella del sogno. Il Lévy-Bruhl ha precisato, tuttavia,
in seguito che una mentalità prelogica pura è solo un modello astratto, mai verificato
integralmente nella realtà storica dei popoli e nelle esperienze individuali.
Per quanto riguarda la psicologia infantile, la mentalità prelogica sarebbe
caratteristica, secondo J. Piaget, dei bambini fino a setteotto anni, mentre per S. De
Sanctis essa abbraccerebbe solo il primo triennio di vita.
PREMESSA. Nella logica aristotelico-scolastica, ciascuna delle due prime
proposizioni del sillogismo (dette rispettivamente maggiore e minore), dalle quali
deriva la conclusione: La conclusione non deve oltrepassare le premesse.
PRENOZIONE. Conoscenza anteriore all’esperienza, o al sapere scientifico
propriamente detto. Il termine è usato nel primo senso da Cartesio ed equivale in tale