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di Marx (1919), L’infinito nel pensiero dei Greci (1934), Problemi del pensiero
antico (1935), Moralisti greci (pubblicato nel testo sp. nel 1941, nella versione it.
nel 1960), Problemi e metodi di ricerca nella storia della filosofia (in sp. nel 1949,
in it. nel 1952), La comprensione del soggetto umano nell’antichità classica (in sp.
nel 1955, in it. nel 1958), Il pensiero politico nel Risorgimento (1959).
Bibliogr.: Tra i contributi del M. va indicata anche l’importante opera di
aggiornamento condotta su La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, che
costituisce la traduzione del capolavoro di E. Zeller, Firenze 1932 e sgg. Su M.: Aa.
Vv., Omaggio a Mondolfo, Urbino 1963; D. Menezes, Mondolfo e as interrogaçōes
do nosso tempo, Rio de Janeiro 1963; L. Vernetti, Rodolfo Mondolfo e la filosofia
della prassi, Napoli 1966.
MONISMO (dal gr. mónos, solo). Sistema filosofico che concepisce la molteplicità
come manifestazione di un’unica sostanza.
Contrariamente al dualismo e al pluralismo, per i quali l’essere comprende
rispettivamente due o più sostanze, il monismo considera l’essere, al di là delle
apparenze empiriche, come costituito da una sostanza unica. Si può quindi già
parlare di un monismo della scuola di Mileto, almeno nel senso in cui Aristotele,
dopo aver attribuito a Talete il merito di aver indagato l’archè di tutte le cose, gli
contestava l’errore di aver affermato l’unicità della causa o principio della realtà.
L’Essere degli Eleati rappresenta una formulazione assai più rigorosa del monismo,
poggiata sulla negazione della intelligibilità, e quindi della realtà, del molteplice
attestato dall’esperienza. Nella storia della filosofia greca e di quella cristiana, da
Platone a Cartesio, è stata comunque prevalente la concezione dualistica, poggiante
sulla distinzione tra materia e spirito, tra cielo e terra. Un monismo tendenziale,
anche se non privo di incoerenze e di ambiguità, è certamente fra i motivi dominanti
del nostro naturalismo rinascimentale, come emerge con particolare forza di
suggestione da molte pagine del Bruno. Entro la categoria del monismo vanno
senz’altro riportati il panteismo di Spinoza, che afferma vigorosamente l’unicità
della Sostanza e l’identità di Dio e della Natura, e le filosofie idealistiche di più o
meno diretta derivazione hegeliana. Una forma di monismo è anche la concezione
materialistica di alcuni esponenti del positivismo tedesco ottocentesco (Haeckel,
Büchner, ecc.). Croce parla dell’« Unico Spirito eternamente individuantesi » e per
Gentile, ancora più scopertamente, « il pensiero in atto è l’unica realtà ». Tuttavia gli
esempi addotti dimostrano anche quanto la qualificazione di monismo sia poco
caratterizzante, se essa è suscettibile di radunare sotto di sé posizioni di pensiero per
molti altri versi assai distanti fra loro.
• In filosofia del diritto, teoria per la quale il complesso delle norme giuridiche
costituisce un tutto unico. (Secondo alcuni, come H. Kelsen e G. Scelle, il diritto
interno e il diritto internazionale si integrano in un sistema organico nel quale il
diritto internazionale è gerarchicamente superiore a quello interno. Al monismo si
contrappone la dottrina dualista, che nega l’unità del diritto e ritiene il diritto
internazionale e il diritto interno due ordini giuridici separati e indipendenti.)
MONTAGUE (William Pepperell), filosofo americano (Chelsea, Massachusetts, 1873