Page 552 - Dizionario di Filosofia
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(il  La  Mettrie intitolò significativamente L’uomo macchina un suo scritto famoso),

          ripresero  il  tema,  con  più  ricca  informazione  fisiologica  e  anatomica,  alcuni
          positivisti:  la  loro  certezza  della  totale  riducibilità  dello  psichico  al  fisico  si
          espresse talvolta in forme di crudezza paradossale, come nel Vogt, secondo il quale
          la relazione del pensiero col cervello non sarebbe diversa da quella dell’urina con i
          reni.
          • Il materialismo dialettico (o marxismo) è la concezione generale del mondo sulla

          quale  si  innesta  il  materialismo  storico.  I  suoi  principi  furono  posti  da  Marx  e
          sviluppati poi da Engels nella direzione di una comprensione unitaria dei vari ordini
          di fenomeni naturali. Esso differisce sensibilmente dal materialismo meccanicistico
          (o  dogmatico)  e  per  evitare  ogni  fraintendimento  in  tal  senso  sono  state  anche
          suggerite formule meno ambigue (come quella di « dialettismo naturalistico »), che
          peraltro non hanno avuto fortuna. Le leggi della dialettica furono scoperte da Hegel,
          il  quale  però  ebbe  il  torto,  secondo  Engels,  di  considerarle  come  pure  leggi  del

          pensiero  e  non  come  regolarità  emergenti  dall’osservazione  della  natura  e  della
          storia.  In  particolare  i  processi  naturali  attestano  in  primo  luogo  che  a  un  certo
          livello di accumulazione quantitativa si verifica una modificazione qualitativa, un «
          salto di qualità »; in secondo luogo, che i fatti si condizionano l’un l’altro, secondo
          un rapporto di determinazione reciproca; in terzo luogo, che ogni equilibrio raggiunto
          diviene  il  polo  di  un’ulteriore  tensione  o  «  contraddizione  ».  Applicando  queste

          leggi alla comprensione del nesso fra psichico e fisico, ci si avvede che il pensiero
          non può semplicemente essere inteso come un fatto materiale, secondo la riduzione
          tentata dal materialismo psicofisico: la coscienza è un fatto nuovo, risultato di un «
          salto  qualitativo  »  verificatosi  al  culmine  di  milioni  di  anni  di  accumulazione
          quantitativa.  Quando  Lenin  scrive:  «  I  concetti  sono  i  prodotti  più  elevati  del
          cervello,  che  è  a  sua  volta  il  prodotto  più  elevato  della  materia  »,  questa  frase
          sottintende  l’evoluzione  del  sistema  nervoso,  la  sua  complicazione  crescente  e

          l’emergere  successivo  di  tutti  i  gradi  dell’attività  psichica,  fino  al  pensiero
          razionale. Per il materialismo dialettico l’assoluto non è la natura,  ma  il divenire
          umano della natura, e il metodo di descrizione di tale processo è quello dialettico di
          Hegel,  messo  però  «  dalla  testa  sui  piedi  »,  secondo  le  parole  di  Marx.  Lenin
          espresse  per  parte  sua  il  motivo  di  tale  capovolgimento  con  l’abituale  nettezza

          semplificatrice:  «  la  dialettica  delle  cose  produce  la  dialettica  delle  idee,  e non
          viceversa ». La storia della scienza e delle categorie logiche include tutti i momenti
          attraverso cui si è venuta realizzando, per successivi salti di qualità, la conoscenza
          della natura da parte dell’uomo. Ogni posizione raggiunta è relativa ed è destinata a
          essere superata, mentre il processo nel suo insieme tende a quel limite ultimo nel
          quale  la  totalità  della  conoscenza  esaurisce  la  totalità  della  natura.  In  concreto,
          pensare  dialetticamente  significa  «  cogliere  le  cose  e  i  concetti  nella  loro
          connessione,  nella  loro  mutua  relazione,  nella  loro  azione  reciproca,  nella  loro

          nascita, sviluppo e declino » (Engels).  Si tratta di individuare in ogni contesto di
          fenomeni la linea di frattura, l’inizio e lo sviluppo della contraddizione, seguendo la
          maturazione di questa fino all’esplodere conclusivo.
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