Page 548 - Dizionario di Filosofia
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esistere prima che ne sia stata data una precisa costruzione mentale. Si pone quindi
l’accento sul soggetto che costruisce mentalmente: l’oggetto della matematica è cioè
la stessa attività matematica e l’esistenza dell’oggetto matematico esterno è possibile
solo in quanto esso ha la stessa struttura dell’idea costruita mentalmente.
Tale molteplicità di indirizzi dà solo una idea approssimata dell’impressionante
sviluppo della matematica, oggi vieppiù incontrollabile per il diffondersi dei grandi
calcolatori elettronici. Si può dire anzi che la matematica sia oggi più che nel
passato, al centro di un intenso interesse culturale, oltre che, ovviamente, scientifico.
Se infatti le ricerche sui fondamenti logici di questa scienza hanno stimolato tutto
quell’arco culturale che va dalla linguistica alla filosofia, le ricerche applicative di
questa stessa scienza hanno contribuito alla creazione di uno degli ausili più potenti
dell’attività umana, e cioè l’elaboratore, con tutti i problemi, non semplicemente
tecnici, che esso comporta.
Bibliogr.: M. Cantor, Vorlesungen über Geschichte der Mathematik, 4 voll., Lipsia
1901-1913; Th. Heath, History of Greek Mathematics, Oxford 1921; D. E. Smith,
History of mathematics, 2 voll., Nuova York 1923-1925; G. Sarton, The study of the
history of mathematics. The study of the history of science, Cambridge (Mass.),
1936; G. Loria, Guida allo studio della storia delle matematiche, Milano 1946; G.
Loria, Storia delle matematiche, Milano 1950; M. D’Ocagne, Histoire abrégée des
sciences mathématiques, Parigi 1955; N, Bourbaki, Eléments d’histoire des
mathématiques, Parigi 1960.
MATERIA. Le varie concezioni della materia che si sono alternate nella storia della
filosofia possono essere ricondotte ad alcuni schemi fondamentali, secondo i quali la
materia è stata intesa come passività, come potenzialità, come estensione, come
forza attiva. 1. Per Platone e per Aristotele la materia è in primo luogo, anche se non
esclusivamente, passività. Essa viene spesso paragonata alla cera, che riceve e
conserva in sé qualsiasi impronta, o al materiale (in gr. hýlē, in lat. materies) sul
quale si esercita l’attività dell’artigiano. Tale è la materia anche per gli stoici, per
Plotino e per buona parte della filosofia scolastica. Una ripresa di tale concezione
può vedersi in quelle filosofie moderne che hanno interpretato la materia come il
momento negativo della stanchezza e della ripetizione nel flusso creatore della vita
(Bergson).
2. Il concetto della materia come potenzialità coesiste in Platone e in Aristotele col
precedente. La nozione ha un particolare rilievo in Aristotele, per il quale la
potenzialità (dýnamis) non è solo possibilità di assumere forme, ma anche intrinseca
forza produttiva. L’accentuazione più suggestiva della creatività della materia è in
alcune manifestazioni del naturalismo rinascimentale, particolarmente negli scritti di
Giordano Bruno.
3. L’identificazione della materia con l’estensione è tipica della filosofia di
Cartesio, ma è probabilmente anche implicita nell’atomismo classico, se si
considera che per Democrito gli atomi si distinguono fra loro solo per caratteri
esclusivamente geometrici (la figura, l’ordine e la posizione). Alla concezione di
Cartesio si avvicina molto Spinoza; anche Hobbes, per parte sua, definisce la