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Se nella fisica classica la distinzione tra materia ed energia è netta in quanto la
materia, a differenza dell’energia, possiede una massa che rappresenta la misura
delle proprietà di inerzia e di gravitazione di ogni corpo naturale, nella fisica
moderna questa distinzione con ha più molto senso; infatti, in accordo con la
relatività, la massa è una forma di energia e inoltre a ogni energia compete una certa
massa. Una differenziazione non contraddittoria tra energia e materia si può
introdurre nell’ambito della teoria delle particelle elementari: ogni corpo naturale e
ogni forma di radiazione sperimentalmente osservabile è costituita esclusivamente da
particelle subatomiche (protoni, neutroni, elettroni, fotoni, ecc.); alcune di queste
particelle, e precisamente il fotone e i mesoni, hanno la proprietà caratteristica di
trasferire un dato tipo di interazione da una particella all’altra e rappresentano in un
certo senso il veicolo con cui si propaga e si trasmette l’energia; per es. il fotone è la
particella responsabile delle interazioni elettromagnetiche mentre il mesone è il
principale responsabile delle forze di interazione nucleare. Si può allora dire che
l’energia è associata al fotone e ai mesoni, mentre la materia è costituita dalle altre
particelle, cioè i barioni e i leptoni. In realtà questa distinzione è puramente
convenzionale ed è utilizzata unicamente per caratterizzare un certo tipo di
comportamento delle particelle.
In senso più ampio si intende per materia ogni ente sperimentalmente osservabile che
possiede o può acquistare energia; in questo senso ogni particella elementare
rappresenta un particolare aspetto della materia.
MATERIALE (CAUSA). Nella logica aristotelico-scolastica, il sostrato (per es. il
marmo della statua) di ogni individuo reale, a costituire il quale ultimo concorrono
parimenti la causa formale (nell’esempio addotto, l’idea dell’artista), la causa
efficiente (lo scultore) e la causa finale (l’idea realizzata nella statua).
MATERIALISMO. Concezione filosofica secondo la quale tutto ciò che esiste è
materia, o deriva da essa.
Il termine compare nella cultura filosofica europea nel XVII sec. in riferimento a
quelle filosofie che ammettono solo l’esistenza di enti materiali. Il materialismo è
dunque una posizione ontologica, in quanto esso rappresenta una particolare risposta
al problema della natura dell’essere; la concezione opposta è lo spiritualismo*. Il
termine realismo designa invece un orientamento gnoseologico e il suo ambito di
significato coincide solo marginalmente con quello di materialismo. Esso è riferibile
a tutte le concezioni della conoscenza per le quali gli oggetti esistono
indipendentemente dal loro essere conosciuti: in questo senso anche l’idealismo di
Platone è una forma di realismo. L’opposto del realismo è dunque piuttosto il
soggettivismo. Tali distinzioni sono tuttavia sempre incerte e astratte: nella realtà
storica esistono solo i complessi equilibri delle varie costruzioni filosofiche, e
materialismo, spiritualismo, realismo, idealismo, ecc. sono solo etichette
convenzionali, usati per classificare una molteplicità estremamente varia e
complessa. Per usare schemi meno generici, atti a stringere più da vicino la realtà,
converrà allora distinguere il materialismo almeno in metafisico, metodologico,
pratico, psicofisico, dialettico e storico.