Page 550 - Dizionario di Filosofia
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Se  nella  fisica  classica  la  distinzione  tra  materia  ed  energia  è  netta  in  quanto  la

          materia,  a  differenza  dell’energia,  possiede  una  massa  che  rappresenta  la  misura
          delle  proprietà  di  inerzia  e  di  gravitazione  di  ogni  corpo  naturale,  nella  fisica
          moderna  questa  distinzione  con  ha  più  molto  senso;  infatti,  in  accordo  con  la
          relatività, la massa è una forma di energia e inoltre a ogni energia compete una certa
          massa.  Una  differenziazione  non  contraddittoria  tra  energia  e  materia  si  può
          introdurre nell’ambito della teoria delle particelle elementari: ogni corpo naturale e

          ogni forma di radiazione sperimentalmente osservabile è costituita esclusivamente da
          particelle  subatomiche  (protoni,  neutroni,  elettroni,  fotoni,  ecc.);  alcune  di  queste
          particelle, e precisamente il fotone e i mesoni, hanno la proprietà caratteristica di
          trasferire un dato tipo di interazione da una particella all’altra e rappresentano in un
          certo senso il veicolo con cui si propaga e si trasmette l’energia; per es. il fotone è la
          particella  responsabile  delle  interazioni  elettromagnetiche  mentre  il  mesone  è  il
          principale responsabile delle forze di interazione nucleare.  Si può allora dire che

          l’energia è associata al fotone e ai mesoni, mentre la materia è costituita dalle altre
          particelle,  cioè  i  barioni  e  i  leptoni.  In  realtà  questa  distinzione  è  puramente
          convenzionale  ed  è  utilizzata  unicamente  per  caratterizzare  un  certo  tipo  di
          comportamento delle particelle.
          In senso più ampio si intende per materia ogni ente sperimentalmente osservabile che
          possiede  o  può  acquistare  energia;  in  questo  senso  ogni  particella  elementare

          rappresenta un particolare aspetto della materia.
          MATERIALE  (CAUSA).  Nella  logica  aristotelico-scolastica,  il  sostrato  (per  es.  il
          marmo della statua) di ogni individuo reale, a costituire il quale ultimo concorrono
          parimenti  la  causa  formale  (nell’esempio  addotto,  l’idea  dell’artista),  la  causa
          efficiente (lo scultore) e la causa finale (l’idea realizzata nella statua).

          MATERIALISMO.  Concezione  filosofica  secondo  la  quale  tutto  ciò  che  esiste  è
          materia, o deriva da essa.
          Il  termine  compare  nella  cultura  filosofica  europea  nel XVII  sec.  in  riferimento  a
          quelle filosofie che ammettono solo l’esistenza di enti materiali. Il materialismo è
          dunque una posizione ontologica, in quanto esso rappresenta una particolare risposta

          al problema della natura dell’essere; la concezione opposta è lo spiritualismo*. Il
          termine  realismo  designa  invece  un  orientamento  gnoseologico  e  il  suo  ambito  di
          significato coincide solo marginalmente con quello di materialismo. Esso è riferibile
          a  tutte  le  concezioni  della  conoscenza  per  le  quali  gli  oggetti  esistono
          indipendentemente dal loro essere conosciuti: in questo senso anche l’idealismo di
          Platone  è  una  forma  di  realismo.  L’opposto  del  realismo  è  dunque  piuttosto  il
          soggettivismo.  Tali  distinzioni  sono  tuttavia  sempre  incerte  e  astratte:  nella  realtà

          storica  esistono  solo  i  complessi  equilibri  delle  varie  costruzioni  filosofiche,  e
          materialismo,  spiritualismo,  realismo,  idealismo,  ecc.  sono  solo  etichette
          convenzionali,  usati  per  classificare  una  molteplicità  estremamente  varia  e
          complessa. Per usare schemi meno generici, atti a stringere più da vicino la realtà,
          converrà  allora  distinguere  il  materialismo  almeno  in  metafisico,  metodologico,
          pratico, psicofisico, dialettico e storico.
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