Page 547 - Dizionario di Filosofia
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sforzò  di  costruire  una  teoria  delle  dimostrazioni  che,  superando  il  metodo

          assiomatico, costituisse il fondamento di un metodo formale. Una volta formalizzati
          sia  gli  assiomi  relativi  a  una  teoria,  sia  le  regole  di  logica  da  applicare  per  la
          costruzione  della  medesima,  il  processo  di  deduzione  viene  a  essere  costituito
          dall’applicazione di certe regole sull’uso dei simboli introdotti. Per dimostrare che
          tale  procedimento  non  può  dar  luogo  a  formule  contraddittorie  e  perció  inutili,
          Hilbert  ricorse  unicamente  a  un’interpretazione  formale  dei  simboli  adottati  nel

          calcolo. Anche se non si mantenne in questi limiti, la teoria delle dimostrazioni ha
          stimolato numerose ricerche sui procedimenti formali e sui fondamenti logici della
          matematica i cui risultati, alcuni dei quali del tutto imprevedibili, (e in particolare
          quelli concernenti i casi limite di tali procedimenti) sono senza dubbio di importanza
          capitale.  Ciascuna  rappresentazione  di  una  disciplina  mediante  il  linguaggio  di
          un’altra mette in risalto un aspetto strutturale comune a entrambe: questa circostanza
          si  verifica,  in  un  certo  senso,  anche  nel  caso  di  una  trascrizione  in  simboli.  I

          proponimenti (in parte realizzati) di Hilbert hanno esercitato un’influenza feconda su
          quel  processo  di  sintesi  dei  vari  rami  della  matematica  che  sono  il  presupposto
          necessario per edificare una teoria generale delle strutture. Si tratta di un’evoluzione
          verso l’astratto insita nella stessa natura dell’attività matematica. Inutile sottolineare
          la fecondità della connessione creatasi tra teoria degli insiemi e studio delle strutture
          degli insiemi, dei gruppi, ecc. Basti ricordare la moderna topologia, che costituisce

          appunto un chiaro esempio di questo nuovo indirizzo.
          L’opera di Hilbert è stata dunque fondamentale e ha largamente influito sul pensiero
          matematico contemporaneo. Si può ben dire che gli indirizzi attuali della matematica
          si sono sviluppati o in accordo con il pensiero di Hilbert o in opposizione a esso.
          Dopo  Hilbert  si  assiste  a  una  radicalizzazione  del  problema  di  fondo  dell’analisi
          dell’esperienza matematica. Si pone cioè il problema se detta analisi debba eseguirsi
          in termini di oggetti che hanno una loro esistenza esterna indipendente dal processo

          conoscitivo,  o  in  termini  del  processo  conoscitivo  considerato  indipendente
          dall’ipotesi dell’esistenza di oggetti matematici esterni. I due atteggiamenti sono noti
          con il nome di platonismo nel primo caso, e di costruttivismo nel secondo. Mentre
          però il platonismo si può considerare una corrente unitaria, il costruttivismo non si
          presenta  come  una  concezione  unitaria;  si  possono  infatti  individuare  in  esso  una

          vasta  gamma  di  sfumature,  che  vanno  dalle  posizioni  più  radicali  del formalismo
          estremo, all’intuizionismo.
          L’esponente più significativo della concezione platonista è Kurt Gödei, al quale si
          deve l’analisi del parallelo tra matematica e fisica, per provare l’esistenza oggettiva
          degli enti matematici.
          Nell’ambito del costruttivismo è da ricordare la corrente del formalismo estremo:
          spostato  il  centro  dell’indagine  matematica  dagli  oggetti  esterni  ai  metodi
          dimostrativi,  le  costruzioni  matematiche  vengono  concepite  in  modo  puramente

          combinatorio negando a esse una qualsiasi connessione con la realtà esterna.
          Per la corrente dell’intuizionismo ricordiamo  L.  E.  J.  Brouwer, il quale non nega
          l’esistenza di oggetti matematici esterni, ma nega che gli oggetti in questione possano
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