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che stabilisca il rapporto tra i primi due (ad es., il Dio dei razionalisti), ipotesi
ugualmente esclusa dal momento che sono stati posti solo due principi. Il dualismo
radicale origina dunque contraddizioni e antinomie insanabili. Se esso infatti fosse
conseguente, dovrebbe negare ogni possibile rapporto tra i due principi posti
inizialmente; ma vi rinuncia poiché mira a mantenere intatta la possibilità, in senso
etico e psicologico, dell’azione del pensiero sulla realtà naturale.
• Il dualismo religioso ha il suo terreno classico nelle religioni dell’antica Persia,
che spiegano la presenza del male nel mondo e l’esistenza stessa del mondo come
dovute alla lotta inconciliabile tra due principi eterni, l’uno buono, l’altro cattivo.
Questa dottrina ha la formulazione più tipica nella religione di Zarathustra: essa
riappare più tardi nei sistemi gnostici di Bardesane e di Marcione, e soprattutto nel
manicheismo. Mani opponeva Dio, creatore delle anime, del bene, del Nuovo
Testamento, a Satana, creatore della materia, del male e dell’Antico Testamento.
L’atteggiamento dualistico del manicheismo continuò nelle eresie catara e albigese
sino al XIII sec.
DUALITÀ. Per la logica moderna, la legge di dualità è il tradizionale principio di
(non) contraddizione secondo il quale un dato soggetto non può contemporaneamente
essere A o non-A.
DUBBIO. Quando le ragioni che sostengono un’opinione sono, o ci paiono,
equivalenti a quelle dell’opinione contraria, non possiamo pronunciarci a favore di
una o dell’altra, ma restiamo sospesi tra le due: « dubitiamo ». Il dubbio può essere
definitivo (dubbio scettico) o momentaneo (risultato transitorio della riflessione, o
strumento di ricerca). Nel primo caso si tratta di dubbio sistematico, nel secondo di
dubbio metodico, applicato e raccomandato da Cartesio, il quale ha stabilito appunto
questa differenza. Gli scettici dubitano per dubitare; Cartesio dubita solo per
pervenire alla verità: il dubbio scettico è un fine e non è scientifico, quello
cartesiano un mezzo, un metodo per verificare e sperimentare tutte le conoscenze.
Cartesio lo enuncia così nel suo Discorso sul metodo*: « Il primo (precetto) era di
non accettare mai nessuna cosa per vera se prima non l’avessi riconosciuta
evidentemente essere tale […] e di non comprendere nei miei giudizi niente di più di
ciò che si presentasse così chiaramente e distintamente al mio spirito che io non
avessi alcuna occasione di metterlo in dubbio ».
DU BOIS-REYMOND (Emil), fisiologo e filosofo naturale tedesco (Berlino 1818-
1896). Legato da amicizia con Helmholtz fu tra i fondatori della società di fisica di
Berlino (1845) e svolse un’importante azione al fine di introdurre i metodi della
fisica sperimentale nell’ambito delle ricerche fisiologiche. Mentre sul piano della
ricerca scientifica contribuì alla formulazione di spiegazioni in termini meccanicisti,
ad es. nelle Ricerche sull’ elettricità animale (1848), dal punto di vista della
riflessione filosofica sulla scienza i suoi contributi vanno nella direzione del
superamento della prospettiva meccanicistica come nell’importante scritto Sui limiti
della conoscenza della natura (1872).
Bibliogr.: In italiano: I confini della conoscenza della natura, a cura di V.