Page 50 - I templari e il filo segreto di Hiram
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Un’annotazione sul Labirinto…
"Quando mi dipartì da Circe, che sottrasse
me più d‟un anno là presso a Gaeta,
prima che sì Enëa la nomasse…
Ecco la bestialità: il recinto di Circe! Inevitabile punto di
partenza.
Né dolcezza di figlio, né la pieta
del vecchio padre, né ‟l debito amore
lo qual dovea Penelopè far lieta…,
Non bisogna farsi condizionare dagli affetti familiari nella
via iniziatica!
Vincer potero dentro a me l‟ardore
ch‟i‟ ebbi a divenir del mondo esperto
e de li vizi umani e del valore…
Ecco, il fine dell’impresa iniziatica: conoscere il mondo,
saper discernere i vizi umani e perseguire “il valore”.
Ma misi me per l‟alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto…
L’Ulisse dantesco è molto diverso da quello Omerico poiché
è leale, non mendace e, soprattutto, non abbandona i suoi
compagni di viaggio.
L‟un lito e l‟altro vidi infin la Spagna,
fin nel Morrocco, e l‟isola d‟i Sardi,
e l‟altre che quel mare intorno bagna…
Il primo dei labirinti, all’epoca di Dante: il Mediterraneo
Occidentale, peraltro infestato dai pirati barbareschi.
Io e‟ compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta
dov‟Ercule segnò li suoi riguardi…
Dante doveva avere ben presente i fratelli Vivaldi che,
caduta San Giovanni d’Acri in Oriente, tentarono di aprire nuove
rotte commerciali a Occidente, nell’Atlantico, anticipando
esattamente di due secoli Cristoforo Colombo e Vasco da Gama.
Purtroppo l’impresa non riuscì e, a molti, Dante incluso, parve un
segno della volontà divina; Deus non voluit, come nelle crociate!
I fratelli Ugolino e Vadino Vivaldi meriterebbero ben altra
considerazione nella storia umana!
Acciò che l‟uom più oltre non si metta;
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