Page 44 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                cataclisma in epoca storica a noi noto. Quell’isola era Santorini e
                la costa settentrionale dell’isola di Creta fu spazzata da onde altro
                più di duecento metri: in tal modo scomparvero in una notte sola
                le  cento  città  di  quell’isola,  cantate  da  Omero.  Quella  stessa
                esplosione  vulcanica  portò  le  bibliche  piaghe  nel  Basso  Egitto,
                probabilmente al tempo del faraone Horemheb, all’inizio del suo
                regno, verso il 1330 – 1320 a.C. Come non rievocare, a riguardo,
                il  libro  dell’Esodo,  capitolo  XIII,  21?  Il  Signore  precedeva  il
                popolo in fuga, per indicargli la strada, e si manifestava in una
                colonna di nube durante il giorno e di fuoco durante la notte…”
                Quella colonna di fumo e di fuoco era il grande vulcano insulare
                che eruttava immense quantità di magma dalle viscere della terra.
                Anche se, è d’uopo precisare, per molti storici e vulcanologi la
                grande  espolsione  di Thira  o  santorini  avvenne  tra  il  1620  e  il
                1610 a.C. Forse ce ne furono più di una…
                     Fu  uno  sconvolgimento  di  tali  proporzioni  che  mise  in
                movimento popoli interi: gli Ebrei che sotto la guida di Mosè li
                lasciarono  alle  spalle  la  verdeggiante  foce  del  Nilo  e
                s’inoltrarono  a  piedi  nel  deserto  del  Sinai  in  direzione  dove  si
                alza il sole; a loro volta i Tirreni, i futuri Etruschi, lasciarono le
                coste  egee  della  Lidia,  devastate  dagli tsunami,  per prendere il
                mare e navigare verso dove tramonta il sole, alla ricerca di una
                nuova  patria,  che  trovarono  sulle  coste  del  mare  che  avrebbe
                preso  il  loro  nome,  diventando  il  Mar  Tirreno.  Fu  allora,
                probabilmente,  si  mossero  anche  i  Liguri  verso  Meridione  ma,
                sconfitti  dagli  Umbri  sulle  rive  del  lago  Trasimeno,  e
                impossibilitati a tornare indietro, finirono per arrivare in Sicilia,
                che prese il nome dal loro re Sikylos.
                     Un  simile  sconquasso  lasciò  tracce  indelebili:  in  tutto  il
                bacino del Mediterraneo Orientale e nel Mare Tirreno per almeno
                600 anni nessuna città fu costruita in riva al mare e, infatti, tutte
                le  città  micenee,  ittite,  etrusche,  latine  sorgevano  a  debita
                distanza dal mare come ad esempio Micene, Troia, Argo… e le
                stesse Atene e Roma! E se vi si affacciavano, erano collocate su
                alti promontori, come Populonia, Pylos, Corinto…

                     Lo scrittore Plinio il Vecchio elencò quattro labirinti nella
                Naturalis historia: quello di Cnosso a Creta; un secondo labirinto
                nell’isola di Lemno, probabilmente legato al culto iniziatico dei
                Grandi  Dei;  il  labirinto  egizio  di  Meride,  in  base  alle  notizie




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