Page 28 - I templari e il filo segreto di Hiram
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misteriosi “popoli del mare” da individuare, probabilmente,
nell’affiorante civiltà micenea…
Sembrò allora, veramente, che il mondo potesse finire e,
invece, seguì la primavera del rifiorire della civiltà con città tutte
lontane dal mare, per secoli.
Né si deve dimenticare che proprio tra i canneti, dove il lago
di Lerna sembrava perdersi in acquitrini e paludi, anticamente si
aggirava l’Idra: mostro terrificante a nove teste dalla forma di
serpente che Eracle aveva ucciso; ma che, prima di morire, aveva
avuto tempo di deporre le uova. Sicuramente, la storia delle uova
dell’Idra era costruita “ad hoc”: allo scopo di tenere lontano
eventuali curiosi da quelle sponde dove si celebravano i
“Mysteria” più antichi coevi, se non precedenti, ai “Mysteria”
dell’isola di Samotracia consacrati a Grandi Dei di cui ancora
oggi non si sa nulla di certo.
Ad Eleusi le sacerdotesse recitavano l’ermetico l’epitaffio
scritto sulla tomba di Fitalo: “Qui il signore, eroe Fitalo, accolse
un tempo la veneranda Demetra quando per la prima volta fece
spuntare il frutto della tarda estate, che il genere umano chiama
sacro fico e, da allora, la stirpe di Fitalo ebbe onori immortali.”
(Pausania, Viaggio in Grecia: I, 37, 2).
La “rivelazione del fico”, intesa come culto iniziatico, ad
Eleusi alludeva probabilmente ai “misteri della fecondità”.
Di tutto questo c’è traccia documentata nelle offerte fatte a
Dioniso, citate da Plutarco, scrittore e filosofo greco vissuto tra il
46 e il 127 d. Cristo: “Una brocca di vino, una vite, un capro, un
paniere di fichi e, infine, un fallo”.
Ed Esiodo:
“Anche la primavera è propizia agli uomini per la
navigazione. Appena le foglie in cima al fico appaiono grandi
come l‟impronta che lascia la cornacchia camminando, allora è
praticabile il mare.” (Le opere e i giorni, III, 678-81).
Ovviamene, data la loro antichità, più ancora di quelli eleusini
i misteri celebrati sulle sponde del Lago di Lerna restano oscuri e
insondabili.
In questi riti iniziatici probabilmente la componente
femminile si eguagliava a quella maschile, per la contemporanea
presenza di Demetra e Dioniso.
Tradizioni tarde, delle quali è lecito dubitare dell’autenticità,
vogliono che “incantevoli sacerdotesse nude, simili a Baccanti,
danzassero stupende in cerchio, in un tripudio di capelli, natiche
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