Page 269 - I templari e il filo segreto di Hiram
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                raggiungeva i porti di Varigotti (interratodai Genovesi nel 1341)
                e di Noli.
                       Il  Bafometto  scolpito  esattamente  come  fu  descritto
                nell’unico documento che lo cita: l’arringa accusatoria contro il
                sovrano  maestro  templare  Jacques  de  Molay,  pronunciata  del
                gran cancelliere di Francia Guglielmo da Nogaret nel 1309
                       “I frati della milizia del Tempio sono lupi nascosti sotto
                un  aspetto  da  agnello.  Sotto  il  sacro  abito  dell'ordine,  con
                cappucci  sul  capo,  insultano  in  modo  sciagurato  la  religione
                della  nostra  fede.  Questi  infami,  che  si  atteggiano  a  nobili
                cavalieri,  sono  accusati  di  rinnegare  Cristo,  di  sputare  sulla
                croce,  di  lasciarsi  andare  ad  atti  osceni  al  momento
                dell'ammissione  all'ordine.  Tale  è  la  loro  perversione  che
                assecondano  i  più  bestiali  istinti,  propensi  a  concedersi  l‟un
                all‟altro  per  rinsaldare  la  loro  fratellanza,  senza  timore  di
                contravvenire  alle  più  elementari  leggi  umane.  E  adorano  un
                idolo con volto baffuto, noto come il Baphômet, per gli enormi
                baffi…”

                   b)  percorso  alchemico:  il  rospo  alato,  le  salamandre,  il
                basilisco ovvero l’opera al nero, la nigredo, con tanto di athanor
                e  i  simboli  dell’acqua,  fuoco,  aria,  terra,  quest’ultimo
                rappresentatoo  dai  melograni;  il  pellicano  che  nutre  con  il
                proprio  sangue  i  figli,  ovvero  l’opera  al  bianco,  l’albedo
                (riprendendo  raffigurazioni  coeve  di  Leonardo  da  Vinci  e
                Hieronymus Bosch; simbolo peraltro della Louisiana), e quindi
                l’araba  fenice che  risorge  dal fuoco  ovvero  l’opera  al  rosso,  la
                rubedo, che conclude la metamorfosi interiore alchemica.
                       Il  percorso  alchemico,  la  trasformazione  del  piombo  in
                oro,  è  anzitutto  un  viaggio  inziatico  –  esoterico,  in  cui  l’uomo
                abbandona  la  propria  bestialità,  il  recinto  di  Circe,  per  andare
                verso la terra incognita della propria realizzazione culturale: Fatti
                non  foste  a  viver  come  bruti  ma  a  perseguir  virtute  e
                conoscenza!”
                       Le  mie  ricerche  mi  hanno  indotto  a  supporre  che  non
                esista  al  mondo  un’altra  rosa  a  spirale  alchemica  come  quella
                raffigurata  sulla  facciata  delle  “pietre  parlanti  di  Saliceto”:  un
                unicum planetario!






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