Page 268 - I templari e il filo segreto di Hiram
P. 268

pagina n.267      420451_LAVORATO.pdf







                dell’ultimo  decennio  del  1600:  tesori  custoditi  con  cura,  mai
                dilapidati. Una chiesa “strana” che soltanto la consacrazione del
                10 agosto 1740 la renderà chiesa parrocchiale. Una chiesa unica
                al  mondo,  a  cominciare  dalla  facciata,  in  pietra  di  Langa,
                meravigliosamente  scolpita:  autentico  “libro  di  pietra  aperto”
                dove  sono  raffigurati  cinque  straordinari  percorsi  e  anche  la
                visione dantesca del mondo, descritta nel “De monarchia”:

                   a)  percorso templare: il Bafometto,





















                      la  rosa  e  la  spina,  il  maestro  segreto  raffigurato  nella
                quattordicesima rosellina nascosta da foglie di acacia, il teosinte
                ovvero  il  mais  degli  Aztechi  e  dei  Maya  riprodotto  prima  che
                Hernán  Cortes  arrivasse  in  Messico),  che  roprio  non  dovrebbe
                esserci sulla facciata di una chiesa scapellata prima che Hernàn
                Cortés arrivasse in Messico.
                       Non esiste una documentazione scritta circa la presenza
                dei  Templari  a  Saliceto,  mentre  questa  presenza  è  ravvisabile
                nella toponomastica, con la presenza sia “della Rosa” che “della
                “Spina”: la collina della Margherita, dove si trovava sia il Borgo
                Forte  o  Castelvecchio  che  il  Borgo  Vero  (Burgus  Veterus)  o
                Borgovecchio,  che  mutò  nome  in  collina  della  rosa  in  epoca
                templare, tra i secoli XII e XIII; “la Spina” di Cosseria, ora nota
                come  la  Spinetta,  collocata  esattamente  di  due  tra  le  più
                importanti  strade  medioevali,  marenche,  che  percorrevano  il
                retroterra ligure: l’antica Via Pubblica tra Ceva e Carcare, dove
                incontrava  la  romana  Aemilia  Scauri,  e  la  strada  marenca  che,
                lasciata  la  Magistra  Langarum  al  Montecerchio  raggiungeva
                l’abbazia  dei  Fornelli  e  da  qui,  per  la  Colla  di  San  Giacomo,

                                            267
   263   264   265   266   267   268   269   270   271   272   273